Debutto in Borsa per il colosso del petrolio saudita Aramco
L’Arabia Saudita ha ufficializzato la quotazione di Aramco sul listino di Riad. L’organo di vigilanza della Borsa saudita ha infatti approvato l’offerta pubblica iniziale (Ipo), che si prospetta come la più grande della storia, con il governo che punta a una valutazione da 2’000 miliardi di dollari per il più grande produttore di petrolio al mondo. Le banche sarebbero però vicine a una valutazione più bassa (intorno ai 1’500 miliardi) e a una raccolta di 60 miliardi di dollari. Al momento però non è ancora stata fissata una forchetta circa il prezzo delle azioni in offerta e nemmeno la quota di Aramco che sarà collocata sul mercato. Il prospetto per l’Ipo sarà reso noto il 9 novembre mentre per l’11 dicembre è previsto il debutto in Borsa. Per gli analisti la quota di Aramco che sarà collocata sul mercato potrebbe essere intorno al 2%. “È il momento giusto per quotarci. È un momento storico”, ha detto in videoconferenza il presidente e amministratore delegato di Aramco, Amin Nasser, aggiungendo che “in futuro potremmo pensare a una quotazione a livello internazionale”. Il colosso saudita produce 10 milioni di barili di petrolio al giorno, fornendo il 10% della produzione mondiale di greggio. L’anno scorso ha registrato più utili di qualsiasi altra società al mondo, con profitti netti per 111 miliardi di dollari, più di Apple, Google ed Exxon Mobil messe insieme. Nei primi nove mesi di quest’anno ha messo in bilancio utili netti per 68 miliardi di dollari e ricavi per 244 miliardi.
Per mettere a punto questa mega-quotazione ci sono voluti 3 anni, avendo subito dal 2016 più di un rinvio. L’operazione è uno dei tre pilastri del ‘Saudi Vision 2030’, il piano con cui il principe ereditario Mohammed bin Salman punta su riforme strutturali, privatizzazioni e sviluppo delle piccole e medie imprese per diversificare l’economia del Paese, troppo dipendente dal petrolio, e creare nuovi posti di lavoro. Attualmente la disoccupazione nel Regno è superiore al 10%. Per questo la famiglia reale per l’Ipo di Aramco si è spesa in prima persona e le banche hanno concesso prestiti agevolati per ampliare la partecipazione.