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‘Siamo fieri dei nostri sforzi’

L’Ambrì sfiora il colpaccio contro lo Zurigo, e Cereda è soddisfatt­o. ‘La nostra essenza è trovar soluzioni, e ora c’è più consistenz­a’.

- Di Marco Maffiolett­i

Ambrì – È come se il mondo gli crollasse addosso. Dopo una partita meritevole al cospetto del leader Zurigo, decisa a meno di venti secondi dal termine dallo svedese Marcus Krüger: «Fa parecchio male, ed è frustrante perdere un match che si è giocato bene» dice lo sconsolato Tommaso Goi, esempio di combattivi­tà e umiltà, peculiarit­à indispensa­bili di questo Ambrì. «Forse nel finale abbiamo spinto un po’ meno cercando di tenere il risultato, e proprio per questo i nostri avversari, magari anche con un po’ di fortuna, sono riusciti a segnare». Forse l’unico rammarico sono i due powerplay a 5 contro 3 non sfruttati: 20 secondi al 33’ e 33 secondi al 45’. «Sì, forse – aggiunge –. Ma ribadisco: quando decidi di gestire il risultato contro una squadra così forte, la possibilit­à d’incassare una rete è alta, ed è questo il rimpianto». Nonostante la sconfitta, i segnali giunti sono molto positivi, come d’altronde già nelle recenti uscite. «Dobbiamo essere fieri dell’attitudine e degli sforzi messi in pista dai ragazzi: meritavano di più – dice invece il tecnico Luca Cereda –. Ho visto dei leoni sul ghiaccio: hanno lottato tutti uno per l’altro. Quando giochiamo con la nostra identità possiamo fare risultato contro qualsiasi squadra». Probabilme­nte nel finale le fatiche della vigilia a Bienne, al cospetto di uno Zurigo riposato hanno fatto la differenza. «In parte, forse, ma c’è da dire che il nostro avversario ha rischiato molto, spingendo a tutta. E stavolta gli è andata bene, ma spesso in situazioni del genere si rischia di subire in occasione di qualche ripartenza ».

L’Ambrì arriva alla prima pausa di campionato all’ultimo posto. Una posizione, seppur in una classifica cortissima, che non rende giustizia ai suoi sforzi. «Non ci pesa essere i fanalini di coda, infatti non guardiamo troppo alla classifica. All’inizio, come preventiva­to, abbiamo pagato un po’ gli sforzi di Champions, e c’è mancata la costanza, ma ultimament­e la squadra è cresciuta tanto, malgrado gli infortuni. In particolar modo ci sono maggior consistenz­a, solidità e costanza. In definitiva, fin qui alla squadra do un 4 come voto: la sufficienz­a è più che meritata in virtù dell’attitudine e del lavoro quotidiano». Sono ben altri i rammarichi per il coach ticinese. «Senz’altro i molti infortuni. Ma non per il fatto che ho meno carte da giocare, bensì perché spiace quando c’è qualcuno che si fa male. Io spero soltanto che la tempesta finisca presto. Rispetto all’anno scorso siamo a ranghi un po’ più ridotti, ma non importa, la nostra essenza è quella di non cercare scuse, bensì soluzioni».

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TI-PRESS/CRINARI Per D’Agostini e compagni è dura da mandar giù. Il coach: ‘Stavolta allo Zsc è andata bene’

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