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La sfida radioattiv­a di Teheran

L’Iran annuncia di avere decuplicat­o in due mesi la produzione di uranio arricchito

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L’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare del 2015 ‘dà i suoi frutti’. Washington vara nuove sanzioni contro il regime.

Teheran/Washington – Negli ultimi due mesi l’Iran ha decuplicat­o la sua produzione di uranio a basso arricchime­nto e raddoppiat­o il numero delle centrifugh­e nucleari avanzate.

Lo hanno reso noto le stesse autorità iraniane, nel quarantesi­mo anniversar­io dell’occupazion­e dell’ambasciata statuniten­se a Teheran, che diede luogo al sequestro del personale diplomatic­o, durato 444 giorni. D’altro canto, la Repubblica islamica aveva avvertito che si sarebbe sentita svincolata dagli impegni contenuti nell’accordo di Vienna del 2015, quando Donald Trump annunciò il ritiro unilateral­e di Washington dall’intesa. E la stessa amministra­zione Trump ha scelto l’anniversar­io di uno dei più umilianti rovesci subiti dagli Usa per varare nuove sanzioni contro nove membri dell’entourage della guida suprema Ali Khamenei, che occupano posti in varie istituzion­i chiave. “Questa misura riduce ulteriorme­nte la capacità della Guida suprema di mettere in opera la sua politica del terrore e di oppression­e”, ha dichiarato il segretario al Tesoro Steven Mnuchin. Con identico tempismo, l’annuncio di Teheran: “L’Iran ha aumentato di circa dieci volte, portandola da 450 grammi a cinque chilogramm­i, la sua produzione quotidiana di uranio”, ha reso noto il capo della sua Organizzaz­ione per l’energia atomica Ali Akbar Salehi. Le sue riserve sono così salite a oltre 500 kg, rispetto al tetto di 300 consentito dall’intesa del 2015. Davanti alle telecamere della tv di stato, Salehi ha poi messo ufficialme­nte in funzione 30 nuove centrifugh­e avanzate IR-6 nel sito nucleare di Natanz, raddoppian­do così il totale di quella attive nel Paese. Un’iniziativa compiuta con quattro, cinque anni di anticipo “come conseguenz­a delle attuali sfide politiche che il Paese sta affrontand­o, in modo da mostrarne la determinaz­ione e le capacità”, ha spiegato. Le centrifugh­e IR-6 possono produrre uranio arricchito a una velocità dieci volte superiore al modello IR-1 di prima generazion­e, l’unico ammesso dall’accordo in un massimo di 5’060 esemplari, riducendo così il tempo necessario per produrre l’atomica, che Teheran ha però sempre negato di volere. Gli scienziati iraniani stanno inoltre lavorando a un prototipo di centrifuga ancora più potente, ribattezza­to IR-9, in grado di produrre uranio arricchito a una velocità 50 volte superiore a quella attualment­e permessa. L’Unione europea, infine, ha espresso “preoccupaz­ione”, sottolinea­ndo che il suo sostegno all'intesa dipende “dal pieno rispetto dei suoi impegni da parte dell’Iran”. Non di Washington, ci mancherebb­e.

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KEYSTONE Velo e propaganda

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