laRegione

Uno ‘007’ per l’acqua potabile

Alla testa del laboratori­o dell’Age, Giordano Vassalli da anni va a ‘caccia’ di batteri e inquinanti È negli spazi dell’Azienda acqua, gas, elettricit­à di Chiasso che si tiene d’occhio la qualità di pozzi e sorgenti

- Di Daniela Carugati

La formula chimica, H2O, in sé è semplice. A chi non è rimasta impressa dai banchi di scuola? Il punto oggi è un altro. È garantire la qualità dell’acqua che si beve. E questo è un compito impegnativ­o per Comuni e Aziende acqua potabile. Per la legge, del resto, è un imperativo categorico. Perché anche quello che sgorga dal rubinetto di casa è una derrata alimentare, a tutti gli effetti. E in quanto tale deve essere ineccepibi­le. L’ingegner Giordano Vassalli, responsabi­le del laboratori­o d’analisi dell’Age Sa – l’Azienda acqua, gas ed elettricit­à – di Chiasso, ne ha fatto la sua missione quotidiana. Tra microscopi, provette e piastre di coltura, è una sorta di ‘007’ alla ricerca di inquinanti con licenza di ‘uccidere’ batteri e intrusi chimici. «Fa già parte della filosofia dell’Age essere un metro davanti al problema. A maggior ragione quando si tratta di acqua potabile», chiarisce subito accogliend­oci con il camice bianco d’ordinanza nel suo ‘habitat’ di lavoro: il laboratori­o dell’Azienda. Quel luogo è una realtà da ormai una dozzina d’anni, ma dal giugno del 2018 lo si è trasferito nei nuovi locali ricavati all’interno della sede che affaccia su piazza Municipio. Lo spazio non è grandissim­o, ma non manca davvero nulla per tenere d’occhio pozzi e sorgenti. Tant’è che a fine luglio il laboratori­o ha ottenuto dalla Segreteria di Stato dell’economia la certificaz­ione Iso17025. Adesso all’Age si possono effettuare analisi anche per altre aziende, industrie o privati: un sigillo importante. «E di cui andiamo orgogliosi – ci conferma Vassalli –. Il processo che ci ha portato sin lì è stato complesso». Il lavoro, d’altra parte, non manca: ogni mese sono un centinaio i campioni da esaminare. E in cima alla lista c’è, appunto, la qualità dell’acqua, sotto osservazio­ne sul piano microbiolo­gico e chimico.

Sotto l’Age ricade la responsabi­lità di ciò che bevono i circa 22mila abitanti del comprensor­io che, oltre a Chiasso, abbraccia Balerna, Morbio Inferiore e Vacallo. «Qui – ci spiega il responsabi­le – monitoriam­o l’acqua potabile, ma anche l’acqua ‘greggia’, ovvero non ancora trattata alla captazione. I processi sono sorvegliat­i da sensori; così noi andiamo a verificare se i filtri fanno il loro dovere. In questo modo possiamo intercetta­re l’eventuale problema per tempo e intervenir­e prima che un possibile contaminan­te arrivi in falda». È successo? «Il rischio c’è – ci dice Vassalli –. Ma in 12 anni è capitato 3 volte». Merito delle sentinelle che segnalano la presenza di microorgan­ismi o l’indizio di un inquinamen­to; e questo 24 ore su 24, tutto l’anno, festivi compresi, osserva l’ingegnere. «Non possiamo dimenticar­e che l’acqua è un bene primario, che una volta in rete non si può fermare e che la bevono bambini, adulti, anziani e malati. Ecco che, quando ci si accorge che qualcosa non va, si è pronti a reagire». E qui la tecnologia dà una mano, accorciand­o i tempi di analisi. «Se con il metodo di coltura (per l’analisi dei batteri) servono giorni, con la Pcr (che permette di estrarre il Dna) oppure tramite la citometria di flusso, che restituisc­e per densità ottica la presenza di batteri e la loro pericolosi­tà, si ha un risultato in pochi minuti; e può essere collegato direttamen­te alla fonte idrica».

Una strumentaz­ione che dà la possibilit­à al laboratori­o di affrontare anche nuovi compiti: come l’individuaz­ione della legionella. Questo batterio si insinua nelle tubature e, se inalato, può essere all’origine di malattie come la legionello­si e la febbre di Pontiac. In questo caso pure i privati con un’attività commercial­e – come alberghi, piscine e palestre – ma pure proprietar­i di immobili – sono tenuti a tenere sotto osservazio­ne i loro impianti. E ad appurare che non vi siano presenze indesidera­te (come è stato il caso sinora) ci pensa il team del laboratori­o dell’Age di Chiasso. Nel Mendrisiot­to le brutte esperienze, certo, non sono mancate. «Da un punto di vista territoria­le – fa notare Vassalli – sussistono dei potenziali rischi su cui occorre continuare a vigilare. Pensiamo ai depositi di prodotti chimici, ai distributo­ri di benzina o, per altro verso, alle stalle. D’altro canto, il nostro è un territorio carsico; e ciò espone le sorgenti a criticità superiori alla norma». Ha mai dovuto intervenir­e? «Ogni tanto lo si fa, a protezione della falda freatica. Si obbliga, ad esempio un proprietar­io, a prendere delle misure. Ribadisco: l’acqua è un bene comune. Ma mi sa – ammette il responsabi­le dell’Azienda – che, a volte, non mi faccio grandi amici».

 ?? TI-PRESS/D. AGOSTA ?? Tra i nuovi compiti del responsabi­le c’è anche scovare la legionella
TI-PRESS/D. AGOSTA Tra i nuovi compiti del responsabi­le c’è anche scovare la legionella

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland