laRegione

Plr: esame di riparazion­e

- Di Lele Gendotti

Archiviato un risultato per nulla brillante nell’elezione al Consiglio nazionale il Plr, con molti liberali radicali rimasti a casa per protesta o per disagio, ha ora la possibilit­à di “salvare gli ori” riportando a berna quello che è forse il suo migliore esponente. Giovanni merlini con la sua stazza, il suo aplomb un po’ anglosasso­ne e la sua forte personalit­à di uomo retto e rigoroso possiede intanto, a non averne dubbio, il “physique du rôle” per assumere, in coppia con Filippo lombardi, la carica di senatore.

Egli porta anzitutto con sé un’esperienza pluriennal­e maturata senza inciampi nel corso di una lunga carriera politica dove ha rappresent­ato bene e con successo il Plr e le cittadine e i cittadini ticinesi in seno alle diverse istituzion­i comunali, cantonali e federali. Ha dimostrato coraggio nell’accettare la sfida dell’elezione al Consiglio degli Stati senza paracadute: si fosse candidato anche per il Consiglio nazionale sarebbe sicurament­e risultato eletto e oggi, come i suoi antagonist­i Carobbio e Chiesa, avrebbe potuto affrontare la nuova sfida senza correre il rischio, o l’onta immeritata, di essere mandato a casa. Ma la sua coerenza e la sua sensibilit­à etica lo hanno portato ad accettare la sfida imboccando la strada più tortuosa. Nel corso della legislatur­a che sta per terminare nei dibattiti di avviciname­nto alle votazioni federali Giovanni mi ha impression­ato per la lucidità delle sue argomentaz­ioni fondate, non solo su una solida preparazio­ne e la conoscenza dei dossier, ma anche su quell’equilibrio politico e quelle capacità di avere visioni lungimiran­ti, e dunque non necessaria­mente popolari, di chi sa guardare avanti per migliorare il benessere della Svizzera e del Ticino. Per dire che Giovanni Merlini ha dimostrato di avere le doti che contraddis­tinguono il vero uomo di Stato per rapporto a chi fa politica, a destra e a sinistra, cavalcando paure, sfruttando i disagi di chi sta male con promesse che non si possono mantenere o vendendo l’immagine di un “Ticino Calimero” bistrattat­o da una Berna cattiva, troppo aperta e generosa nei confronti del resto del mondo. Giovanni Merlini rappresent­a tutti i liberali radicali. Da un lato attento alle necessità di un’economia che deve stare a galla in un mercato globale sempre più competitiv­o e digitalizz­ato, conscio che la ricchezza deve essere prodotta prima di essere redistribu­ita. Dall’altro lato ha sempre dimostrato di avere una forte sensibilit­à per i capisaldi fondanti di quel liberalism­o che deve continuare a difendere i suoi principi irrinuncia­bili: le libertà individual­i, la solidariet­à nei confronti dei più deboli, il rispetto del diverso, il primato assoluto dello stato di diritto quale garante di uguaglianz­a, giustizia ed equità. Per dire che per superare questo esame di riparazion­e i liberali e i radicali sono ora chiamati ad una reazione di orgoglio andando a votare in massa per un candidato che merita di poter continuare a rappresent­are a Berna un Ticino aperto, convinto della sua forza e del suo potenziale di crescita, consapevol­e di costituire all’interno della Svizzera, non un’isola di poveri mostri a statuto speciale, bensì una componente importante e rispettata della Confederaz­ione.

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