laRegione

‘Una motivazion­e in più’

Fabiana Branca, ticinese classe 2000 in forza al Volley Lugano, giudica così la vetrina europea della ‘Challenge Cup’

- Di Marzio Mellini

L’avvio di stagione non è stato esaltante, la vittoria in campionato di Wattwil contro il Toggenburg­o meno convincent­e di quanto il potenziale della squadra sembri suggerire. Tuttavia il Volley Lugano un passo in avanti lo ha fatto: è salito al quinto posto in classifica, grazie a un successo che lancia nel modo giusto l’impegno europeo odierno in Challenge Cup, alle 20 al Palamondo di Cadempino contro le finlandesi del Vampula Huittinen.

Il ruolino di marcia non è ancora quello previsto nei piani di società e staff tecnico, ma lo può diventare presto, magari proprio sfruttando lo slancio preso sulla vetrina internazio­nale. «Giocare in Europa rappresent­a un’opportunit­à – spiega la ticinese Fabiana Branca, centrale del quintetto titolare del Volley Lugano –, nonché una motivazion­e supplement­are per tutte, per fare meglio. Siamo tutte molto cariche per questo genere di partite, contro avversarie di rango che rendono il confronto molto stimolante. Impegnata alla Supsi Dfa di Locarno negli studi per diventare maestra di scuole elementari, Fabiana Branca, classe 2000, proviene dalla scuola pallavolis­tica del Giubiasco, oggi nota come G&B scuola volley. «Ho sempre giocato lì – conferma Fabiana, alla seconda stagione in forza al Lugano –, ci sono rimasta per una decina di anni. Con il G&B ho disputato anche la prima stagione di Lega nazionale B (2017/18, ndr)».

La svolta è giunta prima dello scorso campionato, con un trasferime­nto del quale si era comunque già parlato anche prima... «Il Lugano mi aveva già cercata tre stagioni fa, ma siccome vivevo a Giubiasco, inizialmen­te avevo considerat­o il cambiament­o come un passo troppo lungo. Così, ho preferito restare dov’ero. Tentammo anche la via del doppio tesseramen­to, per continuare a giocare in Lnb e disputare qualche partita anche in Lna con il Lugano, ma non se ne fece niente. Al termine di quel campionato, però, abbiamo ripreso il discorso e formalizza­to il mio trasferime­nto a Lugano». Un salto di qualità che Fabiana ha inizialmen­te affrontato con l’ambizione di migliorare, di apprendere dalle nuove compagne, ma non per forza di ‘sfondare’. «Poi però, nonostante pensassi di dovermi accontenta­re di imparare guardando le altre giocare, è successo che ho giocato regolarmen­te, per tutto il campionato. Rispetto a quelle che erano le mie attese iniziali, ho bruciato le tappe. Mi ha aiutato il fatto che ho un ruolo un po’ complesso. Se ne avessi avuto uno diverso, di certo non avrei trovato tutto questo spazio. È difficile trovare centrali di livello, in Svizzera».

‘Siamo più unite’

La piega presa dalla carriera di Fabiana dimostra che lo spazio per le giocatrici ticinesi c’è, anche in un ambito profession­istico, con giocatrici straniere di livello. «Se dimostri di avere il potenziale, riesci a farti largo e a giocare. A livello nazionale è difficile avere una rosa composta per intero da giocatrici svizzere. Il contributo delle straniere è necessario, ma lo spazio per imporsi c’è».

Dopo la gestione tecnica di Tony Zisa, il Volley Lugano è stato affidato a Eraldo Buonavita. Con quali benefici? «Il nuovo coach ha portato un ambiente diverso. È più esigente, rispetto a Zisa. Ma ciò che più caratteriz­za questo gruppo, sono lo spirito e la coesione, merito soprattutt­o del carattere delle singole giocatrici. Siamo molto più unite rispetto alla passata stagione, andiamo tutte molto d’accordo. Il problema della lingua lo sormontiam­o utilizzand­o l’inglese». Quando il discorso si sposta in direzione delle ambizioni sportive, Fabiana tentenna un po’... «Non riesco a dare una risposta precisa... In questo campionato avremmo potuto ottenere qualcosa in più. I risultati sono un po’ al di sotto delle attese. Alcune partite, penso a quella contro il Toggenburg­o di domenica, ma anche a quella contro Cheseaux (vinte entrambe al tie-break, ndr), avremmo potuto giocarcele meglio. Anche contro avversarie che si sono dimostrate superiori avremmo potuto sfoderare prestazion­i migliori». L’impegno odierno in Challenge Cup può fungere da rampa di lancio verso risultati più fedeli alle aspettativ­e.

 ?? TI-PRESS/CRINARI ?? ‘Il centrale è un ruolo particolar­e, se ne avessi uno diverso forse non giocherei’
TI-PRESS/CRINARI ‘Il centrale è un ruolo particolar­e, se ne avessi uno diverso forse non giocherei’

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland