laRegione

Lega e frontalier­i: predicare e razzolare

- Di Matteo Caratti

Ma che bella la prima pagina del ‘Mattino’ di ieri! Per carità, nulla di nuovo sotto il sole ticinese. La solita sparata contro la partitocra­zia che spalanca le frontiere e fa sì che i frontalier­i in Ticino raggiungan­o ormai quota 70mila.

La colpa, ovvio, è sempre e solo degli altri. Come se loro, i leghisti, non fossero saldamente al governo con la maggioranz­a relativa. Ma soprattutt­o come se loro, i leghisti doc di via Monte Boglia (quelli che ispirano e stampano il ‘Mattino’), non fossero usciti con le ossa rotte dalle urne per aver proposto nella corsa agli Stati tale Battista Ghiggia. L’avvocato che ha avuto ben 12 possibilit­à di assumere una segretaria, non diciamo svizzera, ma perlomeno residente in Ticino, ma che ha sempre optato per l’oltre ramina. Insomma, ma di cosa stanno parlando i signori leghisti? Predicano una cosa e ne fanno un’altra. Ghiggia, come dicono loro, è appena stato asfaltato e, come se nulla fosse, eccoli tornare a ribattere lo stesso chiodo. Pure a noi preoccupan­o, eccome, tutti quei posti di lavoro occupati da forza lavoro frontalier­a. Anche noi pensiamo che, superata una certa soglia (e ci siamo), il fenomeno di sostituzio­ne non sia sano per l’economia, per l’ambiente, per la mobilità. Ma quella che loro definiscon­o ‘la casta spalancatr­ice di frontiere’ sul megafono domenicale, proprio in quelli come il loro Ghiggia ha appena avuto un ottimo rappresent­ante.

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