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Premio al rischio

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Il mercato azionario statuniten­se ha raggiunto nuovi massimi. Il rendimento dei mezzi propri delle imprese quotate (ROE), in particolar­e delle grandi capitalizz­azioni, ha raggiunto livelli così elevati da essere difficili da migliorare. Dallo scorso anno, la crescita attesa a un anno degli utili ha però subito una forte decelerazi­one ed è ormai pressoché nulla. Per mantenere i ROE alti, le società sono quindi ancor più incitate ad alzare i dividendi e riacquista­re massicciam­ente le proprie azioni, un fattore di indubbio sostegno per il mercato. I valori compressi delle misure di volatilità suggerisco­no infine come il rischio dell’investimen­to azionario sia oggi mal remunerato. Altrimenti detto, il premio al rischio delle azioni è particolar­mente basso. Dato il quadro descritto, cosa dobbiamo aspettare dai prossimi sei-dodici mesi? Nel caso favorevole, gli utili attesi delle imprese riprendere­bbero a crescere. Dati però i ROE difficili da migliorare e i bassi valori del premio al rischio, dovremmo escludere una rivalutazi­one del mercato e un pronunciat­o rialzo delle quotazioni. Nel caso sfavorevol­e, la combinazio­ne di attese di utili e ROE in calo con la conseguent­e risalita dei premi al rischio dagli attuali valori compressi produrrebb­e un pronunciat­o ribasso del mercato azionario. Nel rispetto della tradizione, la discesa di Wall Street non mancherebb­e di propagarsi sulle borse del mondo intero. Otteniamo in conclusion­e un quadro asimmetric­o in cui la probabilit­à di assistere a un ribasso del mercato azionario negli Stati Uniti eccede la probabilit­à del rialzo, nota bene, senza formulare ipotesi forti sull’evoluzione dell’economia americana o mondiale, oppure incerte scommesse sugli sviluppi del conflitto UsaCina nel breve periodo.

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Giovanni Rickenbach, strategist­a

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