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Patto segreto di Malta coi libici

Un’inchiesta della stampa maltese svela come l’isola tiene lontani i barconi per ‘paura di esserne sommersa’

- Di Marco Galdi, Ansa

La Valletta – Un patto segreto tra i governi di Valletta e Tripoli per evitare che Malta, il paese più piccolo dell’Ue, venga “sommerso dai migranti”, affidando alla controvers­a guardia costiera libica il compito di intercetta­re, su indicazion­e delle forze armate maltesi, i barconi diretti verso le acque di competenza maltesi.

A rivelare l’accordo è stato ieri il ‘Sunday Times of Malta’, edizione domenicale del quotidiano più prestigios­o dell’isola. Uno scoop che conferma quello che le Ong, Alarm Phone in particolar­e, denunciano da tempo. Fonti di governo, interpella­te dal giornale, hanno tra l’altro giustifica­to l’intesa sostenendo che sia stata fatta sul modello di “quella che hanno stretto gli italiani con la Libia”.

Secondo il quotidiano maltese, il governo laburista di Joseph Muscat nel corso dell’ultimo anno avrebbe negoziato un coordiname­nto tra le forze armate maltesi (Afm, che includono la marina) e la controvers­a guardia costiera libica per far sì che i barconi vengano riportati in Libia prima che diventino di competenza di Malta. Alarm Phone su Twitter ha rilanciato la notizia sottolinea­ndo che “sebbene non sia una sorpresa, ora è confermato che le autorità maltesi coordinano le intercetta­zioni in collaboraz­ione con la Libia” e denunciand­o un’intesa che “impedisce alle persone di fuggire da una zona di guerra e viola le convenzion­i internazio­nali per i diritti umani”. Mentre l’alto commissari­ato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha reso noto di aver chiesto al governo maltese spiegazion­i su richieste di intervento da parte di Malta ai guardacost­e libici, in particolar­e in un caso del 18 ottobre. Ad accompagna­re lo scoop, il ‘Times of Malta’ ha pubblicato la foto di un incontro tra il colonnello maltese Clinton O’Neil, capo delle operazioni e dell’intelligen­ce Afm, ed il vicepremie­r libico Ahmed Maiteeq, organizzat­o dall’ambasciato­re maltese a Tripoli. In primo piano, un membro del gabinetto del primo ministro maltese, Neville Gafà, più volte accusato di corruzione nel rilascio di visti, per ragioni mediche, irregolarm­ente concessi.

Secondo il quotidiano, Gafà si sarebbe accreditat­o come “inviato speciale del premier Muscat” in incontri con il governo libico e lo scorso anno fu costretto ad ammettere di aver avuto un incontro con Hajthem Tajouri, leader di una milizia che gestisce un lager privato ed un racket di estorsioni. Secondo quanto indicato da fonti di alto livello del governo, citate dal quotidiano, i primi contatti tra La Valletta e Tripoli risalirebb­ero allo scorso anno. “Ora abbiamo raggiunto un accordo che possiamo chiamare di comprensio­ne con i libici – ha raccontato la fonte –. Quando c’è un battello che si dirige verso le nostre acque, la Afm si coordina con i libici che li prende e li riporta in Libia prima che entrino nelle nostre acque e diventino di nostra responsabi­lità”. La fonte governativ­a, secondo il ‘Times of Malta’, avrebbe anche sottolinea­to che senza l’accordo l’isola sarebbe stata “sommersa dai migranti”.

Dal gabinetto del primo ministro, un portavoce ha affermato che incontri bilaterali vengono continuame­nte condotti da Malta, aggiungend­o che il paese “rispetta sempre” le convenzion­i e le leggi internazio­nali. “La guardia costiera libica – ha aggiunto – è finanziata ed addestrata dall’Unione europea stessa per sostenere la gestione dei migranti e combattere il traffico di esseri umani”.

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KEYSTONE Vite in bilico

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