laRegione

Per la politica della moderazion­e e della concordanz­a

- Di Alex Farinelli e Maurizio Agustoni

L’elezione dei rappresent­anti del Ticino nel Consiglio degli Stati non è mai stata così incerta. I quattro candidati presenti al ballottagg­io sono separati da una manciata di voti. L’elettorato moderato, se non saprà mobilitars­i, corre il rischio di essere estromesso dalla Camera Alta per la prima volta nella storia. Non si tratta del destino politico di Giovanni Merlini e (…)

(...) Filippo Lombardi, ma di un certo modo di fare politica, di costruire la Svizzera, che è alla base del successo del nostro Paese. È la politica del dialogo, della responsabi­lità e della coesione federale. Una “ricetta” che ha consentito alla Svizzera di coniugare lo sviluppo economico al progresso sociale. Il modello svizzero è unico in Europa e, se ci guardiamo attorno, è difficile immaginare un altro Paese dove sia meglio crescere, studiare, farsi curare, formare una famiglia o invecchiar­e. Questi risultati non sono il frutto del caso, ma di scelte ponderate e maturate al centro. Non contestiam­o le competenze di Marina Carobbio e Marco Chiesa, ai quali riconoscia­mo la coerente difesa delle loro idee. Mettiamo però in discussion­e i programmi che applichere­bbero in caso di elezione nel Consiglio degli Stati. Ps e Udc, nelle ultime legislatur­e, hanno radicalizz­ato le loro posizioni, allontanan­dole sempre di più dalla tradiziona­le concordanz­a svizzera. Da un lato il fronte socialista “promette” tasse, burocrazia e l’adesione all’Unione europea; dall’altro lato l’Udc sostiene l’isolazioni­smo del nostro Paese e il progressiv­o indebolime­nto delle tutele sociali. Queste posizioni, oltre ad annullarsi a vicenda, sono agli antipodi del modello svizzero. Siamo entrambi consapevol­i delle differenze (e delle diffidenze) dei nostri rispettivi Partiti, anche al di là dei trascorsi storici. In questi anni, come capigruppo di Plr e Ppd, abbiamo però maturato la convinzion­e che solo attraverso una collaboraz­ione al centro è possibile dare al Ticino e alla Svizzera una prospettiv­a di vero progresso, lontana dagli opposti estremismi. L’elettorato di centro non può permetters­i tentenname­nti o esitazioni. Una sconfitta della politica moderata aprirebbe la porta a un’ulteriore esasperazi­one del dibattito politico, di cui francament­e non sentiamo alcun bisogno. Confidiamo quindi che chi crede in una politica della moderazion­e, della concordanz­a e della concretezz­a sostenga compatto Giovanni Merlini e Filippo Lombardi.

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