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Due settimane per svoltare

Sconfitto 2-0 dal Basilea, il Lugano sfrutterà la pausa per salire di tono in vista del Thun. Jacobacci: ‘Fase offensiva da migliorare’.

- Di Marzio Mellini

«Abbiamo faticato a entrare in partita anche se la prima occasione della partita è di Aratore – esordisce Maurizio Jacobacci –. Abbiamo concesso due gol in maniera troppo ingenua, soprattutt­o il secondo. Sono cose sulle quali lavoreremo in queste due settimane, sono aspetti fondamenta­li. Il difensore deve sapere come e quando giocare in una certa maniera. Non è stato un buon primo tempo, anche se Gerndt sullo 0-1 ha avuto l’occasione (di testa) per tenerci in partita. Avremmo potuto fare qualcosa di più, ma nel complesso il Basilea nella prima parte ci è stato superiore, e si è visto. Poco dopo la mezz’ora ho cercato di rimediare, togliendo Dalmonte e inserendo un centrocamp­ista di ruolo, al fine di arginare la supremazia renana a centrocamp­o, dove eravamo sempre in ritardo (e dove loro possono schierare Frei, Xhaka e Stocker, tre nazionali), a causa dell’uomo in meno che abbiamo concesso a una squadra che è stata brava a gestire bene la partita e a controllar­e il gioco, facendoci girare a vuoto. Vecsei e Custodio erano sempre costretti a rincorrere l’uno o l’altro avversario».

Nella ripresa un ulteriore cambiament­o di assetto, con il 4-3-3. «Abbiamo avanzato due centrocamp­isti a supporto di Gerndt, troppo isolato davanti. Abbiamo dovuto aspettare quasi l’85’ per finalmente avere l’occasione di riaprire la partita. Un gol avrebbe messo in difficoltà il Basilea. Dispiace che non ci siamo riusciti. E spiace aver incassato anche la terza rete, evitabile». In occasione dei due gol subiti, Yao è stato lasciato alla mercè dei renani, che hanno avuto gioco facile. «Sono situazioni che andavano gestite meglio, sì, ma il terzino deve a sua volta sapere come deve comportars­i in quei frangenti. All’altezza dei sedici metri il Basilea passava con un semplice ‘uno-due’, bisognava impedire che accadesse. Sono questioni fondamenta­li, semplici da capire. Petretta ha messo in difficoltà Dalmonte e lo stesso Yao, spingendo molto, ma sta proprio a loro ‘ricacciare’ indietro l’avversario diretto, proponendo­si quali giocatori in grado di fare male. Nel duello ‘uno contro uno’ Petretta è stato superiore».

I limiti emersi anche stavolta sono quelli che, in fondo, perdurano da inizio stagione... «Ci aspettano due settimane importanti, nelle quali cercheremo delle soluzioni, tutti assieme. Da solo posso arrivare solo fino a un certo punto, ma sta ai giocatori capire bene quale ruolo hanno. Mi rivolgo in particolar modo agli attaccanti, che sono chiamati a fare gol. Lavoreremo per metterli in condizione di farlo. Lavoreremo tanto anche tatticamen­te per essere pronti per la sfida in trasferta contro il Thun, alla ripresa. La volontà da parte dei calciatori non è mai mancata, sono ben disposti al lavoro, hanno voglia di apprendere. Restiamo calmi, non intendo stravolger­e tutto, perché creerei solo della confusione. Insisterem­o sui movimenti nella fase offensiva, per gestire meglio il pallone, per fare meglio anche le cose più facili, che sovente diventano quelle più complicate. Dobbiamo giocare in maniera semplice, con sicurezza, a centrocamp­o. Il rischio lo dobbiamo mettere in conto per l’ultimo passaggio. Sotto porta dobbiamo essere più efficaci, questo è certo».

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TI-PRESS/CRINARI Aratore ci prova anche così, ma non va

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