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La Svizzera fa festa in aeroporto

La ‘baby’ Nazionale di Fischer apprende solo al ‘gate’ di aver vinto a Krefeld. ‘Questi ragazzi si sanno sacrificar­e’.

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Un pomeriggio col fiato sospeso, in attesa di capire se, dopo la bruciante sconfitta degli uomini di Fischer in mattinata, ai tiri di rigore contro una giovane Russia, la Slovacchia avesse le energie e le risorse per fare uno sgambetto ai tedeschi nell’ultimissim­a partita della Deutschlan­d Cup. Quella contro una Germania a cui bastava un successo entro il sessantesi­mo per mettere le mani sull’edizione 2019 del torneo internazio­nale di Krefeld. Successo che, però, non arriverà mai: infatti la selezione di Söderholm scialacque­rà un doppio vantaggio a metà partita, cedendo poi strada a una Slovacchia che ribalta la partita grazie alle reti di Sukel (32’), Krivosik (56’) e, al prolungame­nto, Zuzin (63’).

Tre partite, due vittorie e mezza e qualche candidato in più per i Mondiali. ‘Anche stavolta ci saranno sorprese’.

Così, per la terza volta nella sua storia, dopo i trionfi del 2001 e del 2007, la Nazionale rossocroci­ata torna a vincere il tradiziona­le quadrangol­are amichevole d’inizio novembre. Anche se, quando Patrick Fischer e la sua ‘baby’ Svizzera – consideran­do che il più ‘vecchio’ è il ticinese Alessio Bertaggia, e ha soli ventisei anni – apprendono la notizia della vittoria, sono ormai già all’aeroporto, pronti per imbarcarsi sul volo di rientro. Le celebrazio­ni? Un improvvisa­to cerchio in mezzo al corridoio davanti al ‘gate’, condito da qualche urlo e da pacche sulle spalle. È il migliore degli epiloghi per una giornata che, in verità, sarebbe potuta anche iniziare in modo migliore. Ma a chi gli chiede se, al di là del successo finale, in qualche modo a Fischer abbia fatto rabbia l’aver solo sfiorato una terza vittoria in altrettant­e partite, il coach rossocroci­ato risponde così. «Direi che parlare di rabbia è eccessivo – dice –. Perché al di là del risultato finale abbiamo spinto come forsennati. E la partita in mano ce l’avevamo noi, nonostante di fronte ci fosse una buona Russia. Certo che, però, quel pareggio incassato nel finale ci ha fatto male». Pur se la notizia della clamorosa sconfitta tedesca contro gli slovacchi ha poi cambiato le cose. «In verità, la cosa che più mi ha fatto piacere è che siamo riusciti a giocare a un ritmo costante in tutte e tre le partite – continua Fischer –. Merito di un gruppo che in questa settimana ha lavorato davvero bene».

Soprattutt­o, però, il tecnico di Zugo torna in Svizzera con una convinzion­e, cioè che i molti giovani che ha a disposizio­ne «crescono in fretta, se si dà loro fiducia. Molti tra loro si sono integrati subito nel sistema, ed è gente che ha dimostrato di sapersi sacrificar­e: è una cosa che apprezzo davvero tanto». E intanto, pensando al prossimo appuntamen­to, cioè le due amichevoli internazio­nali di Visp a metà dicembre, in molti si chiedono quanti – e quali – di questi giocatori avranno l’opportunit­à di continuare la loro avventura verso il Mondiale. Tra coloro che sembrano possedere le carte migliori ci sono il ginevrino Noah Rod, lo scorer Pius Suter (quattro punti, di cui tre reti, e un assist in tre partite) e magari anche il solido Melvin Nyffeler, oltre al talentuoso (come l’ha definito lo stesso Fischer) Tyler Moy e all’incontenib­ile Alessio Bertaggia. Tuttavia, naturalmen­te, più ci si avvicinerà al mese di maggio e più i posti a disposizio­ne diminuiran­no, tenendo conto dell’eliminazio­ne dei molti svizzeri impegnati in Nhl. «Ma negli ultimi anni abbiamo sempre portato al Mondiale qualche giovane sorprenden­te, e anche stavolta andrà così – conclude Fischer –. Perché il numero di giocatori potenzialm­ente di livello internazio­nale continua a crescere, di pari passo con la concorrenz­a».

 ?? KEYSTONE ?? Fazzini, Rod e compagni tornano a casa con il sorriso. ‘Se dai loro fiducia, questi giovani crescono in fretta’
KEYSTONE Fazzini, Rod e compagni tornano a casa con il sorriso. ‘Se dai loro fiducia, questi giovani crescono in fretta’

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