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Riuscito l’assalto rosa al bastione maschile del Parlamento. E non è finita

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Cinque mesi dopo lo sciopero delle donne, prosegue l’offensiva femminile al Consiglio degli Stati, bastione maschile del Parlamento. Nella prossima legislatur­a le donne occuperann­o almeno 11 dei 46 seggi della Camera alta. La cifra corrispond­e al record del 2003. Un record che potrebbe essere superato: diverse candidate restano in corsa nei ballottagg­i che si terranno il 17 e il 24 in vari cantoni svizzero-tedeschi e in Ticino. Domenica sono state elette Lisa Mazzone (Verdi/Ge), Adèle Thorens (Verdi/Vd) e Johanna Gapany (Plr/Fr). Sette consiglier­e agli Stati erano già state elette in precedenza. Un’altra ‘senatrice’ uscirà dal secondo turno a Basilea-Campagna: a contenders­i il seggio lasciato vacante da Claude Janiak (Ps) sono Daniela Schneeberg­er (Plr) e Maya Graf (Verdi). Quest’ultima – unitamente a Regula Rytz (Be), che se la vedrà con Hans Stöckli (Ps), Werner Salzmann (Udc) e Christa Markwalder (Plr) – potrebbe ingrossare ulteriorme­nte i ranghi ecologisti (4 seggi per ora).

La maggioranz­a resterà ad ogni modo saldamente in mani borghesi. La sinistra, infatti, nel complesso non avanzerà. Il Ps ha già perso quattro dei suoi 12 seggi (Neuchâtel, Basilea-Campagna, Vaud e Argovia). Cinque sono garantiti. A questi potrebbero aggiungers­ene altri quattro al massimo: Stöckli a Berna, Paul Rechsteine­r a San Gallo, Roberto Zanetti a Soletta, Marina Carobbio in Ticino. Il Ppd, nonostante la mancata rielezione di Beat Vonlanthen (Fr), ha buone possibilit­à di restare il primo partito agli Stati, dove attualment­e vanta 14 seggi. Ai suoi 11 ‘senatori’ eletti sin qui dovrebbero affiancars­i i candidati dei cantoni di San

Gallo, Ticino, Argovia e Zugo. Il Plr finora ha messo al sicuro 9 mandati su 12. Due candidati al ballottagg­io (Ruedi Noser a Zurigo, Thierry Burkart ad Argovia) hanno la rielezione in tasca. Più incerta, ma tutt’altro che improbabil­e, la riconferma del seggio Plr in Ticino. L’Udc, di gran lunga prima forza al Nazionale, agli Stati continua invece ad arrancare: tre al momento i ‘senatori’ eletti, ai quali si aggiunge l’indipenden­te Thomas Minder (Sh). Il partito, però, conserva un buon potenziale di crescita (fino a cinque seggi) nei restanti ballottagg­i.

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