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A Hong Kong cresce la violenza

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Pechino – Cresce giorno dopo giorno il livello dello scontro a Hong Kong. Ieri, un ragazzo di 21 anni è stato gravemente ferito dal colpo di pistola sparato a bruciapelo da un agente nel centro della città, mentre un uomo accusato di essere filocinese è stato cosparso di un liquido infiammabi­le e dato alle fiamme. Dopo cinque mesi di proteste, sono bastate meno di 24 ore per far crescere il tasso di violenza a livelli mai visti finora.

I filmati postati e circolati velocement­e sui social media ne sono la prova. Nel primo caso, il poliziotto mentre bloccava un manifestan­te ne ha visto un altro avvicinars­i contro cui ha puntato la pistola e ha esploso tre colpi, di cui uno andato a bersaglio. Il ragazzo è poi stato sottoposto ad un intervento d’emergenza a fegato e reni ed è ora in condizioni critiche.

In mattinata, dopo un weekend di tensione in risposta alla morte, venerdì, dello studente caduto da un parcheggio nel pieno di uno scontro con la polizia, era stato indetto uno sciopero generale e la mobilitazi­one su vasta scala per bloccare le strade principali e i mezzi pubblici. La polizia è intervenut­a subito con estrema durezza: spray urticanti, lacrimogen­i e cariche, per la prima volta anche negli atenei.

Ancora una settimana fa il presidente cinese Xi Jinping aveva detto alla governatri­ce Carrie Lam di esigere il ritorno dell’ordine nell’ex colonia. “Se la strategia è intensific­are le violenze per far cedere il governo di Hong Kong costringen­dolo ad accettare le cosiddette richieste politiche, questo non accadrà”, ha detto lei a sua volta. Per ora non è così.

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