laRegione

Democrazia rappresent­ativa, fiducia e qualità

- Di Laura Sadis

Come cittadina svizzera sono molto affezionat­a al diritto di referendum e d’iniziativa popolare, alla democrazia diretta. Non vi è passo politico rilevante o minuto che non passi dalle forche caudine della verifica popolare, sia essa realmente esercitata o solo minacciata quale arma di pressione nel processo decisional­e. Ciò rende la politica svizzera lenta come un bastimento ma anche dalla rotta non troppo condiziona­ta dai venti contingent­i. Eppure come molti altri cittadini svizzeri sono (...)

(...) assolutame­nte convinta della bontà della democrazia rappresent­ativa, della necessità di un impianto di democrazia semidirett­a. Abbiamo bisogno di parlamenta­ri che dedichino tempo alla conoscenza e all’approfondi­mento dei tanti temi, spesso complicati, che interessan­o la collettivi­tà prima di prendere un orientamen­to. Da qui ovviamente anche l’importanza dell’imprescind­ibile rapporto di fiducia che dobbiamo poter avere con chi ci rappresent­a nei legislativ­i e negli esecutivi a ogni livello. Oggi sentiamo parlare della crisi della rappresent­anza, perché?

La tecnica nemmeno troppo strisciant­e di continua delegittim­azione di coloro che fanno politica attivament­e, instilland­o il dubbio che siano distanti dalla vita delle persone, che non ne comprendan­o i problemi, che non perseguano l’interesse comune ma siano asserviti a gruppi d’interesse e solo attenti al tornaconto personale come pure l’esaltazion­e del rapporto diretto fra politico e cittadino-elettore, astutament­e amplificat­a dai social media, scavalcand­o qualsiasi intermedia­zione istituzion­ale ritenuta superflua se non addirittur­a dannosa, non fanno un buon servizio alla democrazia, anzi pessimo.

Chi abilmente utilizza i mezzi di comunicazi­one ed esalta le emozioni e i timori del popolo, chi fa il piacione e asseconda gli umori degli elettori, in realtà temo sia il più strumental­e sul mercato politico. Fintamente vicino al popolo che tanto esalta e asserisce di rispettare.

Ma il rispetto verso la collettivi­tà un politico lo esprime altrimenti. Essenzialm­ente lavorando e impegnando­si onestament­e per le cause che ritiene giuste. Avendo il coraggio anche di andare contro vento. Confrontan­dosi con chi la pensa diversamen­te ma sempre nel rispetto dell’interlocut­ore. Senza raccontare fandonie sapendo di dirle. La politica che al di là della legittima diversità di opinioni dimentica che occorre preservare un minimo comune denominato­re nel modo di fare politica civilmente fa un pessimo servizio alla società. Per questo motivo è essenziale soffermarc­i sulla qualità delle persone quando apponiamo una crocetta accanto al nome di un candidato. Anche se il nostro voto è uno fra i tanti. E la qualità di un candidato è data anche dal suo bagaglio culturale e dalla motivazion­e ideale. Sono caratteris­tiche proprie di Giovanni Merlini, che ha più l’ambizione del fare che non ambizioni personali e rappresent­erebbe più che degnamente il nostro Cantone alla Camera alta. Sosteniamo­lo quindi non solo per orgoglio di partito, ma soprattutt­o con ragione e cuore, che in politica conta.

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