Minacce a ritmo di trap
Cinque i ragazzi fra i 16 e i 20 anni arrestati, tre di questi sono minorenni. Dietro alla presunta aggressione ci sarebbe un giro di spaccio e consumo di droghe leggere.
Armi, droga (leggera), violenza e... musica trap. Questi gli ingredienti principali del thriller giovanile andato in scena agli inizi del mese nella cintura urbana luganese. Un thriller che è culminato in un – presunto, ancora – episodio che ha portato all’arresto dei cinque ragazzi coinvolti: quattro giovani si sono presentati a casa del padre di un loro coetaneo, puntando contro l’uomo una pistola soft-air, ossia ad aria compressa. Trama romanzesca a parte, quanto comunicato ieri da Ministero pubblico, Magistratura dei minorenni e Polizia cantonale, è serio. In primo luogo per quanto avvenuto: le ipotesi di reato promosse a vario titolo nei confronti degli accusati sono minaccia, coazione, infrazione e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti e infrazione a quella su armi, accessori di armi e munizioni. Riflessioni serie impone anche l’età degli indagati: un 20enne, un 19enne, due 17enni e un 16enne. Mentre per i due maggiorenni il giudice dei provvedimenti coercitivi ha già confermato la misura restrittiva della libertà, i tre minorenni sono ancora in attesa che questo avvenga, in detenzione preventiva al carcere Farera. Nella loro nota, le autorità sottolineano che i giovani hanno tutti responsabilità differenti. Il figlio dell’uomo minacciato sarebbe indagato esclusivamente per i reati legati allo spaccio, mentre gli altri quattro anche per quelli di minaccia, coazione e infrazione alla Legge sulle armi. Sì, perché secondo la legislazione federale una pistola soft-air è da considerarsi a tutti gli effetti un’arma e in quanto tale è acquistabile unicamente da maggiorenni. Potenzialmente, gli imputati con più di 18 anni quindi, o famigliari/amici adulti.
E sarebbe proprio la droga il motivo della lite fra i quattro presunti aggressori e l’altro 17enne. Droga che, secondo nostre informazioni, sarebbe classificata come leggera. Sempre stando a nostre fonti, a dare ulteriore colore alla vicenda vi sarebbe la musica trap. Pare infatti che i membri della baby-gang siano amanti del genere musicale derivato dall’hip-hop, che nei suoi testi parla proprio di droga, violenza, soldi. Temi che potrebbero aver influito sull’escalation di eventi che hanno portato all’arresto dei cinque. A stabilirlo saranno naturalmente gli inquirenti: l’inchiesta è coordinata dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri e dalla Magistratura dei minorenni.