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In affido e vessata: ‘Non sono colpevole’

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Lui, il tutore legale, insiste a proclamars­i innocente. Comparso, ieri a Locarno, davanti alla Corte d’appello e di revisione penale ha respinto, una volta di più, le accuse. Ha fatto ciò che il suo ruolo profession­ale gli richiedeva. Non è a lui, insomma, che vanno imputate le sofferenze inflitte per 2 anni (fra il 2010 e il 2012) a una bambina data in affido a una coppia del Mendrisiot­to. Semmai la colpa maggiore è della rete dei servizi, non intervenut­a per tempo. Non l’aveva vista così, in prima istanza, il giudice (Mauro Ermani) delle Assise criminali di Mendrisio, il quale aveva condannato il curatore (a 16 mesi sospesi) e con lui l’assistente sociale che seguiva il caso (a 13 mesi pure sospesi) e gli stessi genitori affidatari (la madre a 22 mesi, il padre a 18, entrambi al beneficio delle condiziona­le) per essere venuti, tutti, meno ai loro doveri di assistenza e educazione. Questi ultimi avevano accettato il verdetto, i due operatori invece no. In aula, ieri, come detto, è approdato il tutore (l’assistente sociale è deceduto il luglio scorso), con la determinaz­ione a chiedere, per voce del patrocinat­ore Andrea Ferrari, il prosciogli­mento. La linea difensiva, insomma, non è cambiata. Non hanno indietregg­iato di un millimetro dalle loro posizioni, però, neppure l’accusa, sostenuta dalla procuratri­ce pubblica Valentina Tuoni – che ha domandato la conferma della sentenza di primo grado –, e il legale della ragazzina (l’avvocato Maria Galliani, ieri sostituita dal collega Luca Marcellini).

Qualora nella rete si fossero verificate delle défaillanc­e, queste, si è ribadito dando voce all’accusatore privato, non sminuiscon­o la responsabi­lità del curatore, la persona di riferiment­o, che permane la stessa. Soprattutt­o a fronte dei maltrattam­enti, delle umiliazion­i e delle punizioni, anche pesanti, patiti dalla piccola. Soprusi e vessazioni che l’hanno segnata. Adesso toccherà alla Corte presieduta dalla giudice Giovanna RoggeroWil­l pronunciar­si. Sentenza e motivazion­i sono attese entro la fine dell’anno.

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TI-PRESS Sentenza entro l’anno

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