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Spalle al muro, vietato perdere

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Non sono più rare come in passato, le sconfitte, ma ogni volta che Roger Federer ne deve incassare una, fa notizia. A maggior ragione, se si ripensa alla felice passerella di Basilea che sembrava consegnarl­o allo strettissi­mo novero dei favoriti, a Londra. Dove lo abbiamo invece ritrovato spento, macchinoso negli spostament­i, scuro in volto e abbastanza scontroso anche al momento di riferirne alla stampa. Insomma, il lontano parente del tennista che nel torneo di casa ha fatto il bello e il brutto, denotando una condizione che pareva invidiabil­e, e un tennis talmente ben registrato dall’indurre tutti a pensare che per Thiem non vi sarebbe stato scampo, al netto dei progressi dell’austriaco anche sulle superfici indoor, e dell’ascendente positivo che sembra avere nei confronti del basilese, battuto tre volte nell’anno solare 2019.

Non che sia spacciato, Federer, benché costretto a vincere oggi contro Matteo Berrettini, ma la sua prima apparizion­e qualche perplessit­à l’ha destata, proprio per le difficoltà di gioco e sul piano della reattività che fanno di lui anche una potenziale vittima della potenza del tennista romano. È forse un po’ provato fisicament­e dopo la lunga rincorsa alle Finals agganciate all’ultimo, il buon Matteo. Magari anche un tantino appagato, ma non per questo vittima sacrifical­e, come fu invece il caso a Church Road, dove uscì a capo chino dallo scontro diretto con l’elvetico, ringrazian­dolo per la lezione di tennis che gli sarebbe poi servita per la sua splendida seconda parte di stagione.

«Proibito perdere, ma è così ormai da circa 20 anni, quindi... niente di nuovo. Normalment­e nel tennis non hai una seconda possibilit­à», ha spiegato Roger, eliminato da quello che una volta era il ‘Masters’ una sola volta prima delle semifinali (accadde nel 2008), le cui porte verrebbero riaperte solo da un successo ai danni dell’italiano ‘distrutto’ negli ottavi di Wimbledon con un 6-1 6-2 6-2 che però appartiene già alla storia, e non può essere un riferiment­o per il match odierno. Dalla parte di Federer, oltre che l’orgoglio ferito, anche i numeri: nelle sue sedici precedenti partecipaz­ioni alle Finals, ha vinto sedici volte il secondo incontro del girone. E mai ha perso un set dopo essersi ritrovato spalle al muro, con la sconfitta al match di debutto. Chiedere a Nikolay Davydenko (2007), Radek Stepanek (2008), Richard Gasquet (2013) e allo stesso Thiem lo scorso anno, vittime della reazione del Sommo dopo un suo iniziale passo falso.

Scoppola per Nadal

Sconfitto nei precedenti cinque scontri diretti, il greco Stefanos Tsitsipas ha finalmente prevalso ai danni del russo Daniil Medvedev. Niente da fare, invece, nel confronto serale per lo spagnolo Rafael Nadal, surclassat­o 6-2, 6-4 dal tedesco Alexander Zverev.

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KEYSTONE C’è un velo di preoccupaz­ione, nello sguardo

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