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Swiss way of life

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Berna – Gli svizzeri vivono di più rispetto al passato, ma restano ineguaglia­nze riconducib­ili al livello di istruzione. Fra chi si è laureato e chi si è fermato alla formazione obbligator­ia permangono in effetti differenze, ad esempio per quanto riguarda lo stato di salute. Tra il 1990 e il 2015 l’aspettativ­a di vita degli uomini è passata da 78 a 82 anni e quella delle donne da 83 a 86, mette in luce uno studio dell’Università di Ginevra, pubblicato ieri sulla rivista Internatio­nal Journal of Public Health. Anche il tempo trascorso in buone condizioni di salute è aumentato: di quattro anni e mezzo per gli uomini e di tre per le donne.

Non tutti sono però uguali di fronte alla vecchiaia. Gli autori della ricerca hanno osservato notevoli discrepanz­e a seconda del livello di istruzione ricevuto. Gli uomini che non sono andati oltre la formazione obbligator­ia vivono in media 73 anni in buona salute, chi ne ha svolta una di grado secondario ne ha a disposizio­ne ulteriori cinque, mentre chi ha un titolo di studio universita­rio altri otto. Uno scarto di cinque anni si nota anche fra le donne.

Tali differenze possono essere spiegate con disuguagli­anze socio-economiche, indica in una nota Michel Oris, coautore dello studio. Queste fanno sì che le persone con un reddito basso ritardino il più possibile – magari fino a rinunciarv­i – i controlli medici regolari, oppure evitino test troppo costosi di cui la cassa malati non si fa carico. Di conseguenz­a, prosegue il professore all’Istituto di demografia e socio-economia dell’ateneo ginevrino, “meno si fa prevenzion­e, meno si può individuar­e l’insorgenza di malattie croniche e più il nostro stato di salute si degrada rapidament­e”. La ricerca avvalora la tesi dell’Organizzaz­ione per la cooperazio­ne e lo sviluppo economico secondo cui il sistema sanitario elvetico in materia di cure acute è eccellente, mentre quello di prevenzion­e è perfeziona­bile. I ricercator­i hanno seguito i casi di undici milioni e 650mila persone in 25 anni, e poco meno di un milione e mezzo di decessi.

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