Al via la campagna
Lugano: Jelmini non si ricandida, Beltraminelli esclude il ritorno in Municipio
Ieri l’annuncio. La decisione – ‘in seguito a riflessioni personali’ – dà di fatto il via alla campagna per le elezioni comunali. L’uscente: ‘Non mi sbilancio per la successione’.
«Esco sereno». Ha annunciato la propria uscita di scena con la discrezione che ha contraddistinto la sua attività politica. Prima al partito, ai collaboratori del suo dicastero e ai colleghi di Municipio e infine ieri pomeriggio con un tweet: “Dopo 16 anni di attività politica nella Nuova Lugano, ho deciso di non ricandidarmi. Ringrazio chi mi ha sostenuto, consigliato e anche chi mi ha criticato con toni civili. Lascio l’impegno istituzionale, ma conserverò la passione politica al servizio del bene comune”.
Angelo Jelmini quindi ad aprile non sarà della partita. «La mia decisione è maturata dopo riflessioni di vario genere – ci ha spiegato –, prevalentemente di ordine personale: fra qualche mese arrivo a 65 anni». Attivo da molto tempo, non è la prima volta che lascia l’arena politica. Dopo quattro anni in Consiglio comunale, nel 1988 entrò in Municipio a Pregassona, dov’è rimasto fino al 2000 ricoprendo anche la carica di vicesindaco. «Già dopo la mia prima vita politica decisi di lasciar spazio a forze nuove – ricorda –. Poi è nato il progetto della Nuova Lugano e come tutti quelli ‘ammalati’ di politica mi ero fatto riprendere dalla voglia di far politica». E così, è il 2004, rientra in un legislativo, stavolta quello di Lugano, dove resterà fino al 2011, subentrando a Paolo Beltraminelli eletto in Consiglio di Stato. «Ora è arrivato il momento di aprire un’altra fase nella mia vita, ma anche di dare l’opportunità al partito – e al Municipio stesso – di un rinnovamento. Un ringiovanimento fa sempre bene sia ai partiti che alle istituzioni».
Quale titolare del Dicastero sviluppo territoriale, Jelmini si è occupato di temi molto importanti per la città. Anche controversi, come il Piano viario del Polo luganese (Pvp). «Lascio senza rimpianti – valuta –. I dossier a cui tenevo hanno raggiunto una buona maturazione. Abbiamo la fortuna di avere un’amministrazione molto capace e il lavoro del municipale è facilitato da questo. Mi sarebbe piaciuto portare avanti il Piano direttore cantonale. Un passo intermedio (l’avvio della procedura, ndr) l’abbiamo raggiunto, ma sarà un lavoro molto lungo e interessante».
E se guardandosi alle spalle, il municipale valuta che «lavorare in quest’esecutivo è stato gradevole, esco sereno nei loro confronti», per il futuro Jelmini non ha un delfino. «Assolutamente non faccio nomi, sarebbe anche scorretto, non ho questa supponenza. Spetterà al partito e al popolo scegliere. So che la commissione cerca ha già contattato un buon numero di persone». La partita per sostituire l’unico municipale Ppd è aperta.