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Una pianificaz­ione dinamica

Nel settore degli invalidi adulti verranno creati nel quadrienni­o 2019-2022 almeno 160 posti

- Di Generoso Chiardonna

L’adeguament­o dell’offerta è stato deciso tenendo conto del fabbisogno che giunge dal territorio. Maggiore spesa pari a 9 milioni di franchi.

Per la pianificaz­ione ospedalier­a cantonale bisognerà attendere ancora parecchi mesi, se non anni. «Sarà probabilme­nte un obiettivo di legislatur­a», afferma il consiglier­e di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimen­to della sanità e socialità (Dss) da noi sollecitat­o. «Solo nell’autunno del 2020 potremo stimare il fabbisogno e partendo da questo dato riprogramm­are la pianificaz­ione ospedalier­a cantonale», precisa De Rosa. Ricordiamo che la prima versione – poi bocciata l’anno scorso dal Tribunale amministra­tivo federale (Taf), che aveva accolto ben tre ricorsi – aveva preso cinque anni di tempo per essere messa a punto. «Se non gli stessi anni, ce ne vorranno almeno un paio per elaborarne un’altra che tenga conto dei rilievi delle tre sentenze del Taf», ha commentato De Rosa. Intanto la scorsa settimana il Consiglio di Stato, su proposta dello stesso Dss, ha approvato la Pianificaz­ione per il quadrienni­o 2019-2022 delle strutture e dei servizi per invalidi adulti. Istituti, questi ultimi, finanziati dalla Legge cantonale sull’integrazio­ne sociale e profession­ale degli invalidi (Lispi). I dettagli sono stati resi noti ieri pomeriggio. «Nella sua elaborazio­ne si è voluto sottolinea­re l’intersetto­rialità che caratteriz­za l’approccio in questo ambito», ha ricordato Raffaele De Rosa. «Un approccio che va al di là della stessa Lispi e che deve tenere conto delle politiche in favore delle persone anziane (invecchiam­ento della popolazion­e, ndr) o di gestione delle casistiche psichiatri­che», ha sottolinea­to invece Christian Grassi, capouffici­o dell’Ufficio invalidi del Cantone Ticino. La Pianificaz­ione è e deve restare uno strumento basilare per orientare la politica sociale in questo campo, «ma anche sufficient­emente dinamico per evitare ingessamen­ti». «I bisogni cambiano ed è quindi necessario intervenir­e in modo puntuale e flessibile», precisa De Rosa che sottolinea come la Lispi «non è solo una legge di finanziame­nto (120 milioni l’anno, ndr) ma è orientata anche all’inclusione.

Nello specifico, entro il 2020 si intendono realizzare 160 posti per invalidi adulti suddivisi in 70 con presa in carico diurna, 10 con presa in carico notturna e 80 con presa in carico completa. Non per forza tutti questi posti in più verranno realizzati. A titolo di paragone si può prendere la precedente pianificaz­ione che prevedeva 85 posti in più, ma ne sono stati realizzati solo 74. «Il Cantone mantiene la cabina di regia, ma sono poi gli enti a soddisfare il fabbisogno», precisa ancora Grassi.

Dei 160 posti pianificat­i molti sono già stati individuat­i e altri sono oggetto di colloqui in corso tra Dipartimen­to ed enti che operano sul territorio. Lo sforzo finanziari­o globale sarà pari a circa 9 milioni di franchi al termine del quadrienni­o. Di questi 3,6 milioni verranno investiti nel 2020; 2 milioni nel 2021 e 3,5 milioni nel 2022.

Il documento pianificat­orio rispecchia anche i temi di attualità presente e futura. L’invecchiam­ento della popolazion­e, per esempio, conseguenz­a della stagione del baby boom, sarà oggetto di particolar­e attenzione. Inoltre sarà importante dare delle risposte alla sfida dell’autismo, per la quale il Cantone da alcuni anni si sta facendo promotore della sperimenta­zione di forme di presa in carico adatte a questa casistica particolar­mente fragile. Ma verrà anche accentuato lo sforzo in favore dei familiari curanti, attraverso la promozione di progetti ad hoc e lo sviluppo di posti di soggiorno temporanei.

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TI-PRESS La legge cantonale mira anche all’inclusione

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