Donna, giovane, tedescofona
Dopo l’annuncio delle dimissioni di Levrat, si delinea l’identikit ideale della futura guida del Ps Partito il carosello dei nomi. Alcuni si chiamano fuori. Interessate Min Li Marti e Barbara Gisy. Non esclusa l’opzione copresidenza.
Dopo 12 anni alla testa del partito, il presidente del Ps Christian Levrat cede il testimone. La notizia, nell’aria da settimane, è giunta ieri mattina dalle colonne del friburghese ‘La Liberté’ e del ‘Blick’ (cfr. sotto). A poche ore dall’annuncio delle dimissioni del 49enne friburghese, tutto fa ritenere che il Congresso del partito, in agenda i prossimi 4 e 5 aprile a Basilea, porrà una donna, preferibilmente delle giovani generazioni e tedescofona, alla guida dei socialisti svizzeri.
Ieri è già stato tutto un susseguirsi di ipotesi e auspici sul futuro numero uno del Ps. ‘La Liberté’ e il ‘Blick’, ai quali Levrat ha rivelato di non volersi ricandidare in aprile, per primi plasmano ipotesi poi in buona parte ribadite in giornata. Il partito sarebbe alla ricerca di una donna svizzerotedesca. Un altro scenario vede una possibile copresidenza, in cui una donna sarebbe affiancata da un uomo. Tra i nomi più gettonati vi sono quelli delle consigliere nazionali Flavia Wasserfallen (Be), 40enne, già alla testa della segreteria del partito, Mattea Meyer (Zh), 31 anni, Min Li Marti (Zh), 45 anni, e Barbara Gysi (Sg), attuale vicepresidente del Ps, che con i suoi 55 anni avrebbe però lo svantaggio dell’età, non incarnando il cambio generazionale a cui punterebbero i vertici. Min Li Marti e Barbara Gisy hanno dichiarato al ‘Tages-Anzeiger’ di potersi immaginare una loro candidatura. Tra gli uomini vengono fatti i nomi dei consiglieri nazionali Cédric Wermuth (Ag), 33 anni, e del 55enne vicepresidente del partito Beat Jans (Bl). Quest’ultimo però ha già detto di non essere interessato.
Per il momento le Donne socialiste affermano di non avere un candidato pronto. Naturalmente vi è il desiderio di portare un’esponente femminile ai vertici, ma non è ancora il caso di avanzare nomi, ha indicato la copresidente Natascha Wey. Visto l’«immenso onere» della carica, le donne socialiste sono inoltre aperte a varie costellazioni.
Altri nomi emersi in giornata hanno sin d’ora rinunciato. Interrogata da Tio/20minuti, la consigliera nazionale Marina Carobbio – che il politologo ticinese di area socialista Nenad Stojanovic vedrebbe di buon occhio alla testa del Ps – si è chiamata fuori. «Non sarà a disposizione» neppure la consigliera nazionale Nadine Masshardt (Be), mamma di figli in tenera età (come Wasserfallen, Meyer e Marti). E se dovesse prevalere lo scenario bicefalo uomo-donna, ha già rinunciato anche Jon Pult (Gr), appena eletto al Nazionale, che sosterrà una candidatura femminile.
Accanto a Stojanovic, anche il geopolitologo Michael Hermann, direttore dell’istituto Sotomo, ritiene che vi sia una “forte pressione” affinché a Levrat subentri una donna. In una nota, la Gioventù socialista (Giso) auspica vertici più giovani, più femminili e portati a proporre “coraggiose alternative, invece che biechi compromessi”. “La nuova presidenza deve offrire un’alternativa globale di sinistra e rafforzare il carattere di movimento del Ps”, afferma la presidente dei giovani socialisti Ronja Jansen, citata nel comunicato. Già prima dell’annuncio di ieri, diversi esponenti del Ps – tra questi la consigliera di Stato zurighese ed ex consigliera nazionale Jacqueline Fehr – hanno invitato più o meno esplicitamente Levrat a farsi da parte e lasciare spazio a una giovane donna.