Asilante morto, è decreto d’abbandono
Nessun processo per l’agente della Polizia cantonale che la notte del 7 ottobre 2017 aprì il fuoco su un 38enne dello Sri Lanka, uccidendolo. Il fatto di sangue, avvenuto in una struttura d’accoglienza situata nel centro di Brissago, a pochi passi dal Municipio, aveva suscitato subito parecchie reazioni anche nel Paese di provenienza della vittima (oltre che tra la numerosa comunità Tamil in Svizzera). Ieri il Ministero pubblico ha comunicato che il procuratore pubblico Moreno Capella, titolare dell’inchiesta, ha emanato un decreto di abbandono: nei confronti dell’agente che esplose i colpi d’arma da fuoco cade quindi l’ipotesi di reato di omicidio intenzionale, come pure quella di legittima difesa esimente. L’intervento della polizia, come si ricorderà, era stato richiesto a causa di una lite scoppiata a notte fonda tra gli ospiti della pensione. Accorsi sul luogo, gli agenti erano stati accompagnati da due richiedenti l’asilo ai piani superiori dell’edificio, dove si trovavano le stanze. Proprio sul pianerottolo di un appartamento era sbucato all’improvviso, dalla porta, un terzo richiedente l’asilo che, brandendo due coltelli da cucina, si era scagliato contro gli altri due compagni saliti con gli inquirenti per vedere di calmarlo. Vano – in quei concitati istanti – il tentativo di farlo desistere dal suo folle gesto. All’“alt!”, ripetuto due volte, l’aggressore non rispose. Per proteggere i presenti, un agente della cantonale aveva a quel punto sparato con la pistola ferendo gravemente il richiedente l’asilo. Immediatamente soccorso, il malcapitato era spirato pochi istanti dopo.
La perizia degli esperti zurighesi
Nel corso dell’inchiesta il procuratore pubblico Moreno Capella doveva appurare eventuali responsabilità da parte dell’agente che aprì il fuoco. Verifiche di cui erano stati incaricati anche gli specialisti della Polizia scientifica di Zurigo (compito affidato in particolare al dottor Martin Lory). Dopo una minuziosa ricostruzione dell’accaduto, gli esperti erano giunti alla conclusione che quanto dichiarato dall’agente corrispondeva alla verità. Il poliziotto accusato di omicidio intenzionale (difeso dall’avvocato Andrea Bersani) aveva tra l’altro da subito affermato di avere agito in maniera proporzionata alle circostanze.
Il caso dovrebbe dunque essere chiuso, sempre che entro 10 giorni non vengano presentati reclami.