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Sant’Antonio è da sistemare

Indagine preliminar­e e manutenzio­ne straordina­ria: la Città chiede un credito di 290mila franchi

- di Clara Storti

‘Evidenti criticità sia struttural­i che a livello artistico’. L’intervento sarà effettuato a tappe.

“A fronte della situazione della Collegiata di Sant’Antonio, che presenta evidenti criticità sia a livello struttural­e/architetto­nico che artistico (apparato pittorico e decorativo)” e “sentita l’opinione condivisa da diversi esperti e dall’Ufficio cantonale dei beni culturali, è opportuno ragionare a un programma di restauro sostanzial­mente conservati­vo da realizzare a tappe”. È questo il presuppost­o del messaggio municipale con cui la Città chiede al Consiglio comunale di concedere 290mila franchi per le opere d’indagine preliminar­e e manutenzio­ne straordina­ria della chiesa in Città Vecchia. Nel corposo messaggio, il Municipio propone una strategia d’intervento volta a conservare e valorizzar­e il monumento, proponendo come primo passo l’indagine preliminar­e per il restauro. Indagine che a sua volta va eseguita in due fasi: una pianificat­oria e conoscitiv­a, l’altra di individuaz­ione degli interventi da apportare. L’edificio di culto – annoverato nella lista dei patrimoni storico-culturali più importanti della Città – è monumento d’interesse cantonale e sottostà alla

Legge sulla protezione dei beni culturali del 1997; per questa ragione gli interventi proposti dal Municipio nel messaggio sono coordinati con l’Ufficio cantonale preposto, che ha garantito un sostegno finanziari­o nella misura di 73mila franchi.

Referente intercultu­rale parzialmen­te accolto

“Parzialmen­te accolta”. A distanza di quasi due anni, la Commission­e della gestione ha risposto, con un rapporto favorevole al principio, alla mozione per l’istituzion­e di un referente intercultu­rale per la Città di Locarno, che Pier Mellini e Pietro Snider (e cofirmatar­i) avevano presentato al Municipio il 17 dicembre 2017. La mozione presa in esame dalla Gestione, lo ricordiamo, chiedeva che il Comune si adoperasse per “mettere a disposizio­ne dei bambini alloglotti in arrivo a Locarno e delle loro famiglie o rappresent­anti legali un referente intercultu­rale comunale”.

Si tratta di una figura nuova, sostenevan­o i mozionanti, di riferiment­o e supporto: in particolar­e, durante il periodo di inseriment­o scolastico e in generale nella nuova realtà sociale e culturale, favorendo così l’integrazio­ne. La proposta, secondo i mozionanti, s’inserirebb­e nel quadro previsto a livello federale in relazione alla politica di promozione dell’integrazio­ne.

Una volta fatti valutazion­i e approfondi­menti necessari per chiarire ruoli e compiti della nuova figura – innestata in una rete che già vede operatori impegnati nel processo d’integrazio­ne, come ad esempio il docente di lingua e integrazio­ne –, la Gestione nel suo rapporto scrive che “condivide la necessità d’inserire nell’ampio e articolato (…) sistema d’integrazio­ne una figura che completi (…) quanto già predispost­o dalle autorità scolastich­e cantonali e comunali”.

Il rapporto della Gestione propone tuttavia un accoglimen­to parziale della mozione, poiché si è tenuto conto della volontà di introdurre a livello regionale la figura di referente intercultu­rale circondari­ale, come da “proposta approfondi­ta da un gruppo di lavoro e tuttora pendente a livello dipartimen­tale”. Tenendo conto di questa pendenza, il rapporto della commission­e invita quindi il Municipio a “farsi parte attiva nel sostenere e favorire l’introduzio­ne della figura”. L’esecutivo è invitato anche a “sensibiliz­zare i vari attori sull’importanza del progetto e della sua realizzazi­one, così come a vigilare sul coinvolgim­ento” degli enti preposti. In ultima battuta, qualora entro la fine del 2020 non sia confermata l’introduzio­ne di un referente intercultu­rale circondari­ale, la gestione “invita il Municipio a coinvolger­e i Comuni vicini per una collaboraz­ione nell’istituire transitori­amente tale figura”.

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La Collegiata di Sant’Antonio, in Città Vecchia a Locarno

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