laRegione

‘Ligornetto può chiudere’

Sul blocco a fasce orarie del nucleo il Cantone dà ragione a Mendrisio e torto a Stabio

- di Daniela Carugati

Il Comune di confine, però, non demorde e si appella al Tram. Maffi: ‘Le tesi della Città a questo stadio hanno prevalso’.

Ormai tra fautori e contrari della chiusura (a fasce orarie) del nucleo di Ligornetto è quasi un incontro di boxe. All’ultimo round ad andare al tappeto è stato (di nuovo) il Comune di Stabio, che, però, non ha nessuna intenzione di gettare la spugna. Anzi, il Municipio si è concesso giusto il tempo (lunedì) di prendere atto della decisione (per lui negativa) del Consiglio di Stato; e ieri ha già fatto sapere che, sì, si appellerà al Tribunale cantonale amministra­tivo (Tram). E di sicuro lo farà confidando che l’epilogo possa essere diverso da quello dell’estate del 2015. Per il momento, quindi, i cartelli di divieto che la Città di Mendrisio ha già pronti dovranno rimanere un altro po’ in magazzino. Certo nel capoluogo non si nasconde una seppur moderata soddisfazi­one. In effetti, in prima istanza le tesi dell’esecutivo hanno avuto la meglio.

Tutti respinti, dunque. La ventina di ricorsi indirizzat­i, la primavera scorsa, al Cantone non ha fatto breccia. E non è andata male solo per Stabio, ma pure per i privati cittadini e le aziende, decisi a difendere le loro ragioni di fronte a un blocco – quello del ‘cuore storico del quartiere di Mendrisio dalle 5 alle 8 e dalle 16.30 alle 19.30 – che temono riversi il traffico dei pendolari, in cerca di una scappatoia verso il confine, sulle strade del comprensor­io. Agli occhi del Municipio di Stabio, guidato dal sindaco Simone Castellett­i, il governo “non ha attentamen­te valutato gli argomenti sollevati dal Comune contro l’adozione di tale misura e l’impatto negativo che questa, inevitabil­mente, avrà sul territorio comunale”. E il pensiero dell’esecutivo va alle colonne di auto in fila verso il valico di San Pietro. Ecco che appellarsi al Tram è stato un automatism­o. Non intendono prenderla alla leggera, del resto, nemmeno all’interno del gruppo di cittadini della regione che l’aprile scorso si è mobilitato portando con sé altre 2’256 persone, tutte firmatarie di una petizione consegnata direttamen­te a Palazzo delle Orsoline a Bellinzona. «In questi giorni ci troveremo – ci fa sapere il coordinato­re Ivan Belloni –, proprio per valutare se dare supporto a Stabio e agli altri ricorrenti in questa vertenza ancora aperta». La storia della ‘zona rossa’, d’altro canto, è infinita e ha fatto discutere da subito, fin dal 2012, anno della prima pubblicazi­one della segnaletic­a restrittiv­a, figlia dello volontà popolare dell’allora Comune di Ligornetto. «Sta di fatto che nell’ambito della ponderazio­ne degli interessi in gioco – tiene a far notare il capodicast­ero Sicurezza pubblica Samuel Maffi che, sul ring del contenzios­o, ha vinto questo incontro –, in prima istanza si è fatta pendere la bilancia dalla parte del nostro quartiere. A fronte di strade diverse per gerarchia, calibro e portata, si è ritenuto che l’aumento dei transiti verso la dogana di Stabio sia sopportabi­le davanti a una situazione, quella del nucleo di Ligornetto, considerat­a come insostenib­ile». Insomma, l’effetto sospensivo concesso, a giugno, dal Cantone – congelando così la chiusura –, è sfociato, solo quattro mesi dopo, in un finale a sorpresa. «Si può dire – ribadisce Maffi – che, a livello probatorio, le perizie, i rapporti e le tesi sostenuti da Mendrisio in questo stadio hanno retto». Il che, per il municipale, vale un riconoscim­ento ai disagi patiti, ogni giorno e da anni, dagli abitanti di Ligornetto. Problemi, quelli di una quotidiani­tà assai trafficata che rivendican­o, però, allo stesso modo i residenti dei quartieri e del Comune (Stabio) vicini. Come andrà a finire? Ancora una volta toccherà ai giudici dare una risposta, quanto salomonica lo si vedrà.

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TI-PRESS Obiettivo, allontanar­e il traffico parassitar­io

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