(Ri)scoppia la polemica Quadri-Ghisletta sull’imam
Promette di essere solo all’inizio la querelle fra il municipale Lorenzo Quadri (Lega) e il consigliere comunale Raoul Ghisletta (Ps), visto anche l’avvicinarsi delle elezioni comunali di aprile. L’argomento del dibattere d’altra parte si presta a essere terreno di scontro: la questione dell’istanza di naturalizzazione respinta – da parte della Segreteria di Stato della Migrazione (Sem) per presunti legami col terrorismo – dell’imam di Viganello Radouan Jelassi.
Il casus belli risale a domenica. Sul ‘Mattino della Domenica’ – testata diretta da Quadri e su un articolo a sua firma – è stato pubblicato uno stralcio del rapporto della Commissione delle petizioni riguardo alla richiesta di Jelassi. Un rapporto favorevole, che propone al Consiglio comunale di accettare la pratica. Il relatore era proprio il presidente della sezione socialista di Lugano. Eloquenti anche il contenuto e il titolo – “Il kompagno Ghisletta naturalizza Jelassi” – dell’articolo sul settimanale leghista. Abbastanza per meritare una replica, arrivata tramite un’interpellanza firmata da Ghisletta e da altri membri Ps/Verdi del legislativo. “Ricordiamo che i relatori e i membri della Commissione delle petizioni – si legge – esaminano 200-300 messaggi municipali all’anno, che sono favorevoli alla naturalizzazione di petenti, come nel caso del signor Jelassi”. Ricordando
l’iter, l’atto parlamentare aggiunge che “si tratta di un lavoro lungo e faticoso, di tipo prevalentemente amministrativo, dove i margini d’apprezzamento sono minimi”.
Ciò detto, Ghisletta pone poi una serie di domande all’esecutivo. Accusando Quadri di “fini elettoralistici”, si chiede innanzitutto quanto sia politicamente accettabile l’articolo in questione. Si passa poi ad aspetti più tecnici: si chiede la conferma della riservatezza di un documento “soggetto a protezione dei dati e non divulgabile pubblicamente dal municipale”, chi ha trasmesso a Quadri il rapporto e chi gli ha indicato la data della decisione del Cc sul caso concreto. E siccome l’interpellanza ravvisa “la violazione del segreto d’ufficio e l’avvenuta pubblicazione di dati personali”, si domanda inoltre quali passi giuridici intenda intraprendere il Municipio. L’ultima stoccata socialista riguarda il ruolo ricoperto da Quadri nell’esecutivo: a capo della Divisione sostegno, dov’è confluito il Dicastero integrazione e informazione sociale. Sarebbe ingiusto che Quadri ne mantenga la direzione “visto il suo modo di denigrare gli stranieri, il lavoro della Commissione delle petizioni e chi favorisce l’integrazione degli stranieri presenti a Lugano”.
Accuse respinte con gli interessi ieri in giornata da Quadri. “È già Carnevale?” si chiede: “Il Ps vorrebbe secretare le decisioni del Consiglio comunale, prese con voto palese e in seduta pubblica”. Il municipale nega che quanto pubblicato contenga dati sensibili, “a meno che non si voglia considerare tale la data di nascita dell’imam” e sottolinea che il ‘Mattino’ non solo non è tenuto – come ogni testata – a indicare le proprie fonti, ma che le sue scelte editoriali non competono né a Ghisletta, né al Ps, né all’esecutivo. Stessa linea sull’attribuzione dei dicasteri, “di competenza del Municipio, non del Consiglio comunale, men che meno del Ps”. “Per l’ennesima volta, i compagni pretendono che a occuparsi, in qualsiasi forma, di temi migratori sia solo chi la pensa come loro”. Quadri contesta infine una presunta iniquità dell’interpellanza nel giudicare le fughe di notizie.