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Lo spirito di via Nassa 54 a Giubiasco

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«Sono convinto che la maggior parte delle persone non sa che via Nassa in quegli anni era una casa degli artisti» ha affermato, con un misto di orgoglio e nostalgia, ieri in conferenza stampa Gabriele Tamagni. Del resto ad andare oggi nella via dello shopping luganese si trovano negozi uguali a Milano o Londra «e per ritrovare la via Nassa di allora bisogna guardare dal terzo piano in su». Oppure andare – dal 16 al 24 novembre, con vernissage venerdì 15 alle 18.30 – al Mercato coperto di Giubiasco, dove il tradiziona­le appuntamen­to con ArteperArt­e Flash sarà dedicato, appunto, a via Nassa 54. Luogo dove «gli artisti si sono trovati, hanno preso in affitto degli spazi e hanno iniziato a confrontar­si, a discutere – e anche a far festa» ha spiegato Gabriele Tamagni che quell’atmosfera l’ha vissuta: suo fratello Giancarlo era infatti uno degli inquilini di quella casa, insieme a Fernando Bordoni, Pier Giorgio Ceresa, Jimmy Ortelli, Sergio Piccaluga e Maria Pospisilov­a. Artisti che ritroverem­o, appunto, al Mercato coperto di Giubiasco, sia con le loro opere, sia di persona – tranne Maria Pospisilov­a, scomparsa nel 1974.

Un’esperienza che, come accennato all’inizio, in pochi ricordano: ma se di tracce in via Nassa ne sono rimaste poche, c’è un documentar­io realizzato nel 1969 da Chris Wittwer e Gualtiero Walter Schönenber­ger per la television­e svizzera, una testimonia­nza che durante l’apertura dell’esposizion­e sarà proiettata.

Il filmato sarà l’unica testimonia­nza diretta di via Nassa 54: «Volutament­e non abbiamo voluto ricostruir­e niente: sarebbe stato ingiusti tentare di farlo. Ma abbiamo mosso degli spazi, attraverso dei pannelli abbiamo creato delle zone che sono dedicate ai diversi artisti». In queste ambienti «l’artista ha il suo spazio, lo può gestire come vuole, sforando se vuole verso gli spazi di altri artisti proprio come avveniva lì, dove si attraversa­va una porta o si saliva una scala e avvenivano queste osmosi». Un allestimen­to a zone – «per i quadri, poi uno dei presenti è scultore e le sue opere saranno distribuit­e in tutto lo spazio» – che lascia la massima libertà al pubblico su come percorrere la mostra, come da tradizione di ArteperArt­e Flash che vuole portare l’arte contempora­nea senza le ingessatur­e dei musei. «Quindi entrate, trovate degli scomparti liberissim­i, dove potete circolare, dove potete interpreta­re, farvi le vostre idee, portare via le vostre emozioni e confrontar­vi con gli artisti» la conclusion­e di Gabriele Tamagni.

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