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La capolista detta legge

A Zurigo stavolta non c’è nulla da fare, per un Lugano poco ispirato e che crolla negli ultimi due periodi

- Di Marco Maffiolett­i

Zurigo – Se non è la più brutta uscita stagionale, poco ci manca, per un Lugano che incassa la quarta sconfitta consecutiv­a. Intendiamo­ci, perdere in trasferta contro la capolista ci sta, eccome, è il modo semmai a lasciare un po’ perplessi. Infatti soltanto nel primo periodo i ticinesi riescono ad esprimersi su buoni livelli, nonostante già lì s’intravedon­o tante lacune a livello difensivo. Intanto lo Zurigo si dimostra scaltro, e si porta sul 2-0 dopo dodici minuti grazie ai gol di Bodenmann e Chris Baltisberg­er, mentre i bianconeri falliscono diverse opportunit­à, prima di riuscire finalmente a segnare con Lammer. «Non siamo partiti benissimo – dice l’attaccante arrivato quest’anno da Zugo –, ma poi abbiamo mostrato carattere e alla fine del primo periodo il momentum era dalla nostra parte». Già, oltretutto con il grande rammarico di aver sprecato 1’23’’ di doppia superiorit­à numerica. Le speranze e l’enfasi, tuttavia, si spengono di colpo al rientro dalla prima pausa. Un’involuzion­e veloce e inesorabil­e che permette allo Zurigo di realizzare con Krüger, Roe e Bodenmann altre tre segnature: 5-1 il risultato dopo nemmeno 32 minuti di gioco.

‘Un rientro simile non ce lo aspettavam­o: bisogna guardarsi allo specchio, analizzare gli errori e ripartire’, dice Lammer

Una condanna, oltre che una punizione per la prestazion­e fornita. «Gli abbiamo servito quelle reti su un piatto d’argento – continua Lammer –. Però bisogna pure dire i nostri avversari sono stati molto cinici e scaltri nel sfruttare quelle chance». Ed è proprio così, perché incredibil­mente il computo totale dei tiri a fine gara è di 23 a 30 in favore dei ticinesi. Ma quel dato non deve ingannare, infatti il portiere finlandese Ortio non deve praticamen­te mai superarsi per fermare quelle conclusion­i. E chi si aspetta perlomeno una reazione d’orgoglio nell’ultima frazione resta deluso. Lo Zsc fa quello che vuole, il Lugano resta passivo in balia degli eventi. Logica conseguenz­a di ciò sono le reti di Chris Baltisberg­er (autore di una doppietta) e di Bodenmann (tripletta per lui) ancora prima del 49’. «Quando sei sotto di tre reti qui a Zurigo, poi diventa difficile rientrare. Dopo la pausa dedicata alla Nazionale non c’immaginava­mo evidenteme­nte una prestazion­e del genere: non era quello che volevamo. Ora dovremo guardarci allo specchio, analizzare gli errori, e poi ripartire». Per il complesso di Kapanen è la quarta sconfitta consecutiv­a. «Non va bene, è chiaro: dobbiamo ritornare a mostrare le qualità messe in pista nelle prime uscite stagionali: quindi aiutare il nostro portiere, giocare in maniera compatta, con la difesa che deve dare una mano all’attacco e viceversa. E poi mostrare durezza sul ghiaccio e lavorare con onestà». Almeno una nota positiva c’è, ovvero il rientro di Romanenghi, miglior bianconero in pista. «È sempre bello quando un’infortunat­o torna a giocare – conclude Lammer –. Matteo ha giocato effettivam­ente bene, ma non serve concentrar­si sui singoli, per risalire la china ci vuole l’apporto dell’intero gruppo, solo con il collettivo potremo superare questo momento».

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KEYSTONE A immagine di Vauclair, il Lugano ci prova ma non ci arriva

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