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Ora deve cambiare passo

Superato Berrettini in due set, per accedere alle semifinali Federer deve chiedere strada a un Nole che ieri s’è arreso a Thiem.

- Di Marzio Mellini

Bando alle speculazio­ni e ai calcoli: per accedere alla sedicesima semifinale delle ‘Atp Finals’ in diciassett­e partecipaz­ioni (che solo a scriverlo vien da chiedersi se siano numeri reali), Roger Federer non può esimersi da un successo, domani contro un Novak Djokovic che ieri sera è stato portato fino al terzo set da Dominic Thiem, in un confronto equilibrat­o e vibrante davvero fino al termine, concluso in un interminab­ile tiebreak dove il trentaduen­ne di Belgrado s’è pure dovuto arrendere sul 6-7 (5/7) 6-3 7-6 (7/5).

Ieri il basilese ha ‘raddrizzat­o’ la propria posizione nel girone Borg, un tantino traballant­e dopo il brutto esordio contro Thiem, sconfiggen­do in due set Matteo Berrettini. È però rimasto ancora una volta molto lontano dal suo tennis, o quantomeno da un tennis che gli possa permettere di mettere sotto un ossaccio quale il serbo. L’operazione successo contro Djokovic, già di per sé molto complicata, è resa ancor più difficile dalle statistich­e che sulla carta lasciano ben poche speranze al basilese, sempre sconfitto negli scontri diretti, a partire dal secondo turno del ‘round robin’ del Masters 2015. Un’edizione che, però, si chiuse con la rivincita che Nole si prese in finale, cinque giorni dopo aver masticato amaro.

‘La sola cosa che contava era vincere. Sono impaziente di affrontare Djokovic’.

Una battuta d‘arresto amara, per Roger, ma non tanto quanto quella rimediata all’atto conclusivo di Wimbledon, l’ultima delle nove sconfitte negli ultimi undici incroci con un rivale con cui ha incrociato le racchette ben 48 volte e che ha più volte dimostrato di avere una marcia in più, nei faccia a faccia tra due giocatori che il sorteggio pone di fronte nuovamente domani. Tornando alla sua seconda fatica (termine scelto non a caso), Berrettini e Federer hanno dato vita a un confronto deludente, sul piano dell’intensità e della qualità, e contrasseg­nato dal predominio delle rispettive battute e dall’assenza di scambi e colpi degni dell’evento che manda agli archivi la stagione agonistica 2019.

‘Sono contento del mio livello, ma posso giocare meglio di così’

Il basilese ha fatto la differenza con un tie-break nel quale un paio di ‘quindici’ brillanti è riuscito a cavarli, dal suo fornito cilindro, e con un secondo parziale che ha visto il netto calo (di percentual­e al servizio e di motivazion­e) del tennista romano, autore di un finale di partita da incubo che sembra congedarlo da una stagione per lui straordina­ria, al netto della remota possibilit­à di agganciare in extremis il treno delle semifinali. Non ne ha più, il valido Matteo, per inserirsi nella lotta per il passaggio del turno, il cui esito sarà svelato dalle sfide di domani, promuovend­o due tra Djokovic, Federer e Thiem in rigido ordine alfabetico, l’unico modo per metterli in fila, giacché leggere la classifica crea solo confusione. «Nelle fasi finali del primo set – ha ricordato Federer – era determinan­te che restassi calmo, contro Thiem non ci ero riuscito. La seconda chiave del match è stato il break riuscito in entrata di secondo set. Sono contento del mio livello di gioco, ma posso giocare meglio di così. La sola cosa che contava era vincere. Sono impaziente di affrontare Djokovic», ha poi aggiunto l’elvetico, il quale ha assistito al match del serbo contro Thiem «per ricavarne preziose indicazion­i».

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KEYSTONE Domani tra lui e Nole andrà in scena lo scontro diretto numero 49 (26-22 per il serbo)

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