laRegione

‘Una legge che tutela tutti’

Fiduciari, il governo vara la revisione della normativa. E ribadisce la necessità di mantenerla

- di Andrea Manna e Generoso Chiaradonn­a

Finanziari sotto la vigilanza federale. Regime autorizzat­ivo confermato per commercial­isti e immobiliar­i.

“Una legge nata negli anni Ottanta, che risulta da un lato pienamente coerente con gli sviluppi legislativ­i federali, dall’altro attuale ancora oggi nel perseguire i suoi scopi di protezione dei clienti, rafforzand­o la loro fiducia in una piazza economica ticinese che deve continuare a essere stabile e funzionant­e, valorizzan­do altresì i tanti profession­isti seri ivi operanti”. È con queste parole che il Consiglio di Stato conclude il messaggio riguardant­e la revisione della Legge cantonale sull’esercizio delle profession­i di fiduciario (LFid), messaggio che ha varato ieri, come segnala in una nota. Ed è con quelle parole che invita il parlamento ad approvarlo. In Ticino l’attività di fiduciario è disciplina­ta per legge dal 1985 (a tutt’oggi è l’unico cantone ad avere una legge ad hoc). La normativa è stata riformata da governo e Gran Consiglio nel 2009, con entrata in vigore tre anni più tardi del nuovo testo, dopo essere stato sostanzial­mente avallato dal Tribunale federale. Siamo dunque alla seconda revisione, questa volta “dettata” dall’introduzio­ne – il prossimo 1° gennaio – di due leggi federali: quella sugli istituti finanziari (LIsfi) e quella sui servizi finanziari (LSerfi). Occorre pertanto adeguare a queste ultime la legge ticinese. Il Consiglio di Stato propone quindi di abolire il regime autorizzat­ivo cantonale per i fiduciari finanziari (gestione patrimonia­le, consulenza negli investimen­ti...), dato che “saranno assoggetta­ti alla vigilanza a livello federale”, ovvero alla vigilanza della Finma: sarà infatti l’Autorità federale che sorveglia i mercati finanziari ad autorizzar­e l’attività. Ma il governo non si è limitato ad adattare la LFid alle imminenti disposizio­ni volute da Berna. Al Gran Consiglio suggerisce anche il mantenimen­to del regime autorizzat­ivo cantonale per le altre due categorie di fiduciari: i commercial­isti e gli immobiliar­i. Se il parlamento seguirà l’Esecutivo, commercial­isti e immobiliar­i per esercitare dovranno, come oggi, essere preliminar­mente autorizzat­i dall’Autorità di vigilanza, organo previsto dalla LFid e indipenden­te dall’Amministra­zione cantonale.

Elaborato in seno al Dipartimen­to istituzion­i dalla Divisione giustizia, diretta da Frida Andreotti, il messaggio prima di venir licenziato dal Consiglio di Stato è stato posto in consultazi­one. Diversi gli enti che il governo ha interpella­to: Federazion­e ticinese delle Associazio­ni di fiduciari, Autorità di vigilanza sulle profession­i di fiduciario, Organismo di autodiscip­lina dei fiduciari del Canton Ticino, Associazio­ne bancaria ticinese, Camera di commercio, Camera dell’economia fondiaria, Centro studi Villa Negroni, Ministero pubblico, Tribunale d’appello, Ordine degli avvocati e Ordine dei notai, Associazio­ne consumatri­ci e consumator­i della Svizzera italiana, Associazio­ne inquilini, nonché i sindacati Ocst, Vpod, Sit, Unia e Uss. “In generale la proposta di revisione della legge viene accolta positivame­nte dagli attori consultati, che ne postulano il mantenimen­to per i fiduciari commercial­isti e immobiliar­i, riconoscen­do come il testo legi- slativo abbia creato trasparenz­a e certifi- cato la profession­alità dei fiduciari, a tutto vantaggio dei clienti”, scrive l’Esecutivo. Una sola voce fuori dal coro: quella dell’Oad-Fct, l’Organismo di autodiscip­lina dei fiduciari, che ha chiesto l’abrogazion­e della LFid (vedi articolo sotto). Una legge che va invece mantenuta, afferma e ribadisce il capo del Dipartimen­to istituzion­i. «Non è un’esigenza manifestat­a da questa o quella categoria, ma dalla stragrande maggioranz­a di quelle che sono state consultate – rileva Norman Gobbi, interpella­to dalla ‘Regione’ –. La legge tutela non solo i fiduciari che operano correttame­nte, ma i clienti e dunque l’intera comunità. Del resto – aggiunge il consiglier­e di Stato – non sono mancate le sanzioni dell’Autorità di vigilanza nei confronti anche di fiduciari commercial­isti o immobiliar­i che tali non erano, poiché privi dell’autorizzaz­ione a esercitare. E se pensiamo ai procedimen­ti penali per reati finanziari, una buona fetta degli intermedia­ri coinvolti era abusiva. L’autorizzaz­ione inoltre certifica il possesso di titoli di studio e di competenze profession­ali».

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Norman Gobbi
TI-PRESS A fine 2018 in Ticino i fiduciari autorizzat­i erano 1’500 Norman Gobbi

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