Sicurezza, a breve il messaggio in Cds
Gobbi: ‘Vogliamo rendere il settore più rispondente alle elevate richieste di qualità’
Lpps, ci siamo quasi. La Legge sulle prestazioni private di sicurezza – che andrà a sostituire la Legge cantonale sulle attività private di investigazione (Lapis), del 1976 – è praticamente pronta per arrivare in Consiglio di Stato e successivamente in Gran Consiglio. A dirlo è il capodipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi, da noi sollecitato sul tema a seguito dei sospetti avanzati dal sindacato Unia sui responsabili della Maba Sicurezza di Barbengo in tema di fallimenti a catena (cfr. ‘laRegione’ del 7 novembre).
Prima della Maba Sicurezza, a marzo era fallita la Maba M Group Sagl, mentre a novembre del 2012 la Sky Sentinel Sa. Il legame fra le ditte è dato dagli aventi firma individuale: una persona è presente nel registro di commercio in tre casi su tre, mentre un’altra nelle ultime due società. Abbastanza per il sindacato, per chiedere all’autorità cantonale di revocare l’autorizzazione a esercitare. Secondo Unia, infatti, sebbene siano in cantiere le nuove normative, gli estremi per intervenire ci sarebbero già con la Lapis. E non soltanto nel caso concreto, ma anche in altri simili. Ricordiamo infatti che in Ticino il settore è molto espanso: secondo stime del Di sono un centinaio le agenzie private di sicurezza operative nel cantone.
Oggi, sono gli articoli 8 e 9 della Lapis a regolamentare rispettivamente il rifiuto e la revoca dell’autorizzazione a esercitare. Quest’ultima non è concessa – fra le altre cose, secondo il capoverso d – qualora il richiedente “è fallito o si trova in stato di insolvenza comprovato da attestati di carenza beni”. Riguardo alla revoca, non si fa invece esplicitamente riferimento alle questioni finanziarie e d’insolvenza in particolar modo. Sono tre i casi nei quali si procede con la revoca temporanea o definitiva del permesso: quando il titolare non soddisfa più le condizioni previste per il rilascio, quando ripetutamente o in modo più grave egli contravvenga alle norme della legge, quando uno o più dipendenti o collaboratori violino gravemente o ripetutamente le norme. Una legislazione quindi che lascia una certa interpretabilità, una zona grigia che con la nuova Lpps si desidera colmare.
Il Servizio armi della Polizia cantonale, da noi interpellato, ha ribadito di “non potersi esprimere su fattispecie concrete, soprattutto e in ogni caso sin tanto che un’eventuale procedura non sia conclusa”. Sul caso concreto non ha preso posizione nemmeno il consigliere di Stato, che ha tuttavia sottolineato che “con la nuova Legge vogliamo rendere il settore più rispondente alle elevate richieste di qualità che anche nel campo della sicurezza privata occorre saper garantire. Il messaggio è pronto per essere sottoposto nelle prossime settimane al Consiglio di Stato, prima di essere consegnato al Gran Consiglio per l’iter parlamentare”.