La dogana ormai incombe su Campione
Anche sull’asse Lugano-Berna c’è chi si sta muovendo per rendere meno drammatiche le conseguenze, se non la si riuscirà ad evitare, dell’inclusione di Campione d’Italia nello spazio doganale europeo, prevista per il prossimo 1° gennaio. A Roma, nonostante l’impegno dell’attuale governo, cresce il pessimismo, anche perché come più volte sottolineano il tempo stringe. Entro sabato prossimo, cioè fra due giorni, deve essere presentato un emendamento al Decreto Legge che preveda la proroga, per almeno due anni, in modo di avere il tempo necessario per confrontarsi con la Svizzera sui vari aspetti legati alla Direttiva europea dello scorso marzo. A ‘laRegione’ risulta che Lugano e Berna, per la parte di loro competenza, starebbero studiando, sui singoli aspetti in discussione, se esista la possibilità di prevedere un periodo di transizione. Incominciando da quello delle targhe svizzere. Senza la proroga, inseguita ma ancora lontana dall’essere stata raggiunta, i campionesi entro fine anno dovranno consegnare la targa dei loro automezzi che dovranno poi essere sdoganati, pagare le tasse automobilistiche e nuovamente immatricolarli in Italia. Stesso discorso per quanto concerne l’assicurazione degli automezzi. La richiesta al governo di Berna per ottenere un periodo di transizione di non meno sei mesi deve essere fatta dalle autorità italiane.
Margini maggiori, anche perché la competenza è cantonale, per risolvere la questione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani. Raccolta e smaltimento che anche da parte ticinese si vorrebbe che continuasse ad essere svolto da aziende del Canton Ticino e questo per una questione di impatto ambientale. Ciò significherebbe avere camion con l’immondizia sulle strade cantonali. Non sembrano esserci spazi per un periodo di transizione in altri importanti aspetti con il servizio telefonico e internet, la sanità e la protezione civile. Insomma, servizi essenziali che con l’inclusione dell’enclave nello spazio doganale europeo, non potranno più essere garantiti dalla Svizzera. Arriverà anche la dogana, che ha già messo un piede in riva al Ceresio.