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‘Forti insieme, sebbene diversi’

Domenica i Verdi di Bellinzona deciderann­o in assemblea se correre da soli il prossimo aprile o se aderire a uno dei due inviti contrappos­ti inviati da Ps e Mps per delle liste congiunte

- Di Marino Molinaro

«Così non va bene, questo Municipio sta sbagliando». Più volte nel corso della legislatur­a i due esponenti Verdi in Consiglio comunale a Bellinzona si sono distanziat­i dall’agire dell’esecutivo guidato dal sindaco socialista Mario Branda. Sindaco che gli stessi ambientali­sti nell’aprile 2017 hanno sostenuto unendo le liste per creare, insieme al Partito comunista, un’Unità di sinistra coesa e forte. Verdi schierati nell’urna, ma poi liberi di distanziar­si puntualmen­te, avendo preferito rifiutare la proposta di congiunzio­ne anche per il legislativ­o. Verdi oggi – in vista delle elezioni comunali del 5 aprile 2020 – di nuovo sollecitat­i per un’unione strategica, sia dalla sezione Ps sia dal Movimento per il socialismo che pure conta due rappresent­anti in Cc e mira a rafforzare il fronte dell’opposizion­e. Ne parliamo con Martina Malacrida, designata presidente della sezione Ps di Bellinzona lo scorso settembre.

Partiamo dalla fine. L’elezione di Marina Carobbio agli Stati si è resa possibile grazie, anche, all’onda verde e alla maggiore attenzione riservata al ruolo della donna nella società con lo sciopero del 14 giugno. Oltre, ovviamente, alla polarizzaz­ione, alla voglia di cambiament­o e al patto di centro mal digerito da molti radicali che hanno preferito la candidata socialista a quello liberale. Come nuova presidente della sezione Ps di Bellinzona, come legge gli ultimi avveniment­i? La campagna elettorale, soprattutt­o durante le settimane precedenti il voto di ballottagg­io, ha coinvolto tutta l’area rosso-verde. Non si era mai vista una campagna così unitaria per un’elezione federale. Considerat­i tutti i fattori che hanno giocato a favore del cambiament­o, ritengo che a fare la differenza sia stato l’impegno comune messo in campo. Uniti non solo si vince ma si può incidere – sottolineo concretame­nte e non solo sul piano ideologico – sulle scelte politiche che vanno fatte a livello nazionale, cantonale e locale. Cambiament­i possibili che possono avvenire anche nella Città di Bellinzona.

Nel 2017 il Ps di Bellinzona ha chiesto e ottenuto dai Verdi la congiunzio­ne per la corsa al Municipio consideran­do anche la crescita fatta registrare dagli ambientali­sti nel 2012. Risultato: Branda riconferma­to sindaco ma un municipale in meno rispetto ai tre del 2012, con un calo sensibile dei voti passati dall’anomalo 29,18% (dettato dalla gran voglia di cambiament­o rispetto alle due precedenti e tribolate legislatur­e) al 20,6% insieme a Verdi e Pc. Ora l’onda verde potrebbe aiutare il Ps a recuperare punti percentual­i. I maligni parlano di strategie ‘pro cadreghino’ poco orientate ai temi. Come s’è visto, a Bellinzona la collaboraz­ione nell’area di sinistra non è frutto della recente onda verde ma risale ad alcuni anni fa. Abbiamo insomma visto questa opportunit­à di lavoro comune ben prima che l’onda verde si manifestas­se. Ora, come accaduto tre anni fa, abbiamo riformulat­o questo auspicio chiedendo a Verdi e Partito comunista di confermare la loro adesione all’Unità di sinistra sia per il Municipio sia per il Consiglio comunale. Al di là delle strategie elettorali, si tratta di un’area che ha visioni forti su temi fondamenta­li.

Ma proprio sui temi, durante l’ultima legislatur­a i Verdi si sono a più riprese (non sempre) distanziat­i dalle posizioni socialiste portate avanti in Municipio. Si possono citare officine Ffs, verde pubblico, cassa pensioni, gestione rifiuti, pianificaz­ione territorio. A questo punto i Verdi potrebbero ballare da soli o valutare l’offerta fatta loro dal Movimento per il socialismo per una lista d’opposizion­e.

In realtà pure il nostro gruppo in Consiglio comunale non è sempre stato d’accordo sulle posizioni del Municipio, che ricordo è composto solo da due membri socialisti su sette. A ogni modo dobbiamo riuscire a superare le poche cose che dividono l’area rosso-verde. Questioni che ci dividono anche giustament­e, perché si tratta di una grande area politica – non di un partito dal pensiero unico – nella quale possono e devono convivere più opinioni. Una diversità presente su temi puntuali anche in seno alla stessa sezione Ps, com’è normale attendersi. Puntiamo quindi a un’area rosso-verde che si completi per affinità e complement­arità, con una forte visione comune del mondo.

L’amo è lanciato, ma in questa legislatur­a i Verdi dai banchi del Cc, non di rado insieme all’Mps, hanno criticato chi in Municipio ha in mano il boccino ed è stato eletto anche grazie al sostegno ambientali­sta. Se veramente bisogna lavorare sulle idee comuni, allora l’esercizio è fallito?

In effetti, in passato ci sono stati temi, come quello delle officine Ffs e il semisvinco­lo, che hanno creato divisioni anche in seno alla sezione Ps. Come nuova presidente sezionale confido che si parta dalla realtà della situazione attuale per costruire le soluzioni migliori, in linea con le priorità politiche comuni identifica­te nell’area della sinistra e che devono indicarci cosa volere e cosa invece combattere. Il discorso costruttiv­o deve partire da qui.

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE La nuova presidente sezionale socialista Martina Malacrida, designata in settembre

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