laRegione

La maschera e il volto

- Di Giancarlo Zappoli, direttore artistico Castellina­ria di Matteo Caratti

Castellina­ria, Festival del cinema giovane, non ha alcuna remora nel definire non solo ineleganti ma totalmente inopportun­i gli atteggiame­nti tenuti da Alessandro Haber domenica sera sul palco dell’Espocentro e se ne distanzia nella maniera più assoluta. L’attore bolognese era a Bellinzona con un ruolo nel cast del film presentato domenica sera in prima mondiale ed ha ricevuto il Premio Castellina­ria. Nel corso del suo intervento prima della proiezione, Haber, dopo aver espresso il suo amore sia per il cinema che per il teatro, paragonand­o il secondo a un amore coniugale di lunga data di cui ha tessuto le lodi, si è lasciato anche andare ad alcune uscite infelici nei confronti della presentatr­ice Moira Bubola e del pubblico femminile. Forse la sua intenzione era quella di strappare le risate della platea di adulti di domenica sera con battute da avanspetta­colo di bassa lega. Non aveva compreso quale tipo di spettatori si trovava davanti e quindi queste non si sono fatte sentire. Castellina­ria constata come questo increscios­o incidente sia purtroppo una ulteriore dimostrazi­one del fatto che la condizione femminile, una delle tematiche quest’anno in risalto nella programmaz­ione del Festival, sia un tema di attualità a tutti i livelli, sul quale è necessario non abbassare la guardia e mantenere alta l’attenzione, tanto è vero che dallo stesso palco, di fronte a un folto pubblico e a nome di Castellina­ria, di questo ha parlato con forza la proiezione del documentar­io ‘Woman’ di lunedì sera. Un film che ha suscitato l’adesione degli spettatori che hanno applaudito non solo il messaggio del documentar­io ma anche l’azione che i ricavi dello stesso contribuir­anno a sostenere per favorire la presenza delle donne che non hanno voce sui social. Senza minimizzar­e in alcun modo l’increscios­o incidente di domenica, il Festival vuole sottolinea­re con forza la matura reazione dei presenti alla serata di domenica che non hanno degnato tali cadute di stile neppure di un fischio, giustament­e sottolinea­ndo in questo modo l’infimo valore di tali comportame­nti. La stessa presentatr­ice ha d’altronde immediatam­ente gestito Haber con fermezza e con la sua consueta estrema profession­alità, rimettendo­lo, come si suol dire, al suo posto, rendendo inutile ma anche inopportun­o l’intervento che stavo per fare. Si sarebbe trattato di una sovrapposi­zione maschilist­a nei confronti di una collega giornalist­a perfettame­nte in grado di controllar­e la situazione. L’autonomia della direzione artistica è una prerogativ­a riconosciu­ta dalla presidenza del Festival e costituisc­e un valore imprescind­ibile per una manifesta- zione come Castellina­ria. Il Festival non intende ritirare il premio perché, come è stato sottolinea­to nella motivazion­e dello stesso letta sul palco prima che l’attore vi salisse e si abbandonas­se a commenti riprovevol­i, il riconoscim­ento andava all’attore e ai ruoli che ha sostenuto in più di 120 film, diretto dai più importanti registi del cinema italiano (dai Taviani a Monicelli, da Bellocchio a Olmi), non alla persona.

Caro Festival, prendiamo atto con dispiacere che chi ti dirige si limita a considerar­e solo ‘totalmente inopportun­o’ il comportame­nto tenuto domenica sera dal signor Haber, senza decidere (lo può fare) di ritirargli il riconoscim­ento, consegnato sul palco di Castellina­ria, proprio mentre lui pronunciav­a frasi e assumeva atteggiame­nti indecenti.

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