La forca per chi protesta in Iran
La Repubblica islamica: pena capitale per i capi delle proteste colpevoli di ‘ribellione armata’ Secondo Amnesty International, le vittime in quattro giorni di manifestazioni sono già oltre cento
Teheran – Li impiccheremo. La minaccia del regime nei confronti dei leader delle manifestazioni degli ultimi giorni in Iran non poteva essere più chiara. D’altro canto, impiccati o no, secondo Amnesty International i morti in quattro giorni di proteste sarebbero già più di cento. Le autorità della Repubblica islamica non faranno dunque sconti ai “rivoltosi”. La minaccia delle fonti giudiziarie è stata rilanciata dal quotidiano conservatore ‘Kayhan’, molto vicino alla Guida suprema Ali Khamenei. Dopo che nella notte tre agenti delle forze di sicurezza – un esponente delle Guardie della rivoluzione islamica e due delle milizie volontarie Basij – sono stati accoltellati a morte a ovest di Teheran, la magistratura è intervenuta accusando quelli che indica come i responsabili di scontri e saccheggi di essere stati pagati per “creare il caos” e avvisandoli che saranno imputati per il reato di ‘Baghi’, cioè ribellione armata contro le autorità e i principi della Repubblica islamica. Per la quale la pena è quella capitale.
Il livello dello scontro è elevatissimo. L’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani si è detto particolarmente allarmato dal fatto che l’uso di proiettili veri contro i manifestanti avrebbe provocato un numero significativo di morti. Le vittime sarebbero decine secondo media iraniani e altre fonti, ha sottolineato il suo portavoce Rupert Colville.
A Teheran, secondo le corrispondenze d’agenzia, la situazione sembrava ieri più tranquilla, anche per il massiccio schieramento di forze dell’ordine in assetto antisommossa in molte zone strategiche. Alcuni cortei si sono comunque svolti in diverse città e nella stessa capitale, specie nelle aree più povere nel Sud e nell’Est. Il clima rimane teso, nonostante le assicurazioni del governo di Hassan Rohani che entro oggi le proteste per gli aumenti del carburante (+50% fino a 60 litri al mese, +300% sopra quella soglia) dovrebbero concludersi.
Intanto la magistratura he reso noto che un “gran numero” di persone, ritenute responsabili di sabotaggi e disordini, è stato identificato e verrà arrestato, dopo le centinaia di fermi dei giorni scorsi. Il suo portavoce Gholamhossein Esmaili ha rilanciato le accuse sul presunto ruolo di “elementi stranieri” nelle proteste, spiegando che tra i ricercati ci sono anche diverse persone accusate di aver inviato video delle manifestazioni all’estero. Il blocco quasi totale di internet, deciso dal Consiglio supremo di sicurezza nazionale “per evitare che i nemici approfittassero della situazione”, era ancora operativo ieri, ma “internet tornerà gradualmente in alcune province”, ha promesso un portavoce del governo.