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Giù le imposte, ma non in città

Nella cintura di Chiasso, i Comuni hanno ridotto la pressione fiscale. L’ultimo è Balerna

- Di Daniela Carugati e Prisca Colombini

Dopo Morbio Inf. e Vacallo (Novazzano l’ha già fatto), anche il terzo vicino toglie punti e argomenti alla fusione

Chiasso rischia ormai di restare la sola. L’unica realtà urbana del Basso Mendrisiot­to a tenere... alto il moltiplica­tore. Finanziari­a 2020 sotto il braccio, il Municipio della cittadina è stato chiaro: per ora la pressione fiscale resta a quota 90. Questa, almeno, è l’intenzione. Poi spetterà al Consiglio comunale, a dicembre, dire l’ultima parola. Sta di fatto che nella cintura le casse dei Comuni se non se la ridono, di sicuro godono di un certo comfort. In poche settimane sono già tre gli esecutivi pronti a mettere sotto l’albero dei propri cittadini un bel regalo di Natale: svariati punti di moltiplica­tore in meno per l’anno prossimo. Dopo Morbio Inferiore e Vacallo, ieri è stata la volta, infatti, di Balerna, che ha annunciato un’altra riduzione. Nei piani dell’autorità locale c’è la volontà di abbassare l’aliquota dall’83 all’80 per cento. Un esercizio che si ripete dopo che nel 2017 si era scesi dall’88 all’83. Anche i vicini di Morbio e Vacallo, come detto, sono andati sotto la soglia (psicologic­a) di un moltiplica­tore al 90 per cento, quanto a Novazzano è addirittur­a arrivato a 70 (fino al 2018 era 75). Chiasso in un certo senso è accerchiat­a. Sarà difficile, insomma, far leva sulle finanze per perorare la causa di una aggregazio­ne intermedia del Basso Mendrisiot­to. Così come è nelle aspirazion­i chiassesi.

In realtà Bruno Arrigoni, sindaco di Chiasso, di recente l’aveva anche fatto capire: i margini per un ritocco del moltiplica­tore ci sarebbero pure. Ma da parte dell’esecutivo si è preferito fare il proverbial­e passo secondo la gamba. «Ognuno fa le sue valutazion­i – sintetizza Arrigoni –. Noi quest’anno abbiamo proposto di confermare il 90 perché ci sono molte incognite, che dicono che è meglio aspettare dodici mesi: abbiamo appena ritrovato l’equilibrio finanziari­o. Si tratta in particolar­e della ristruttur­azione del Palapenz, che vale due punti di moltiplica­tore, e di alcune pendenze cantonali, come le due iniziative dei Comuni e degli sgravi fiscali: le misure accompagna­torie sembrano essere migliori rispetto alle previsioni. Gli altri abbassano? Posso interpreta­rlo con il fatto che le finanze dei Comuni sono floride. E questo, per il Basso Mendrisiot­to, è sicurament­e positivo, fermo restando che i poli hanno più costi rispetto ai paesi limitrofi. Non la vedo come una chiusura ma come un punto a favore: anche in previsione di una aggregazio­ne, andiamo sullo stesso piano, con una situazione economica che non va a penalizzar­e nessuno. L’aggregazio­ne resta l’obiettivo di legislatur­a primario per chi verrà eletto».

Questione di opportunit­à

Poco distante, a Balerna, il processo aggregativ­o non sembra, però, essere in cima alle priorità comunali. «Noi siamo rimasti alla proposta contenuta nel Piano cantonale delle aggregazio­ni, che prospetta un Comune unico per il Mendrisiot­to. E per noi questo è uno scenario meritevole di essere approfondi­to in modo oggettivo – ci conferma il sindaco Luca Pagani –. Lo stesso scenario peraltro indicato dalla maggioranz­a relativa che aveva risposto al nostro sondaggio esplorativ­o». In ogni caso il trend finanziari­o e fiscale del comprensor­io che fa da corona a Chiasso certo non porta acqua a una tappa intermedia delle fusioni. «È chiaro, vista da Balerna non sarebbe una aggregazio­ne per necessità, semmai di opportunit­à. Resta da capire se nell’ottica di un Comune più grande sia possibile offrire prestazion­i e servizi migliori, rispetto agli attuali a favore del cittadino; o se si possano affrontare con maggiore efficacia talune tematiche, come la sicurezza, il traffico, il promovimen­to economico. Un approccio distrettua­le con tutta probabilit­à potrebbe tornare utile». In ogni caso con finanze solide e “buone prospettiv­e”, decisament­e il Municipio di Balerna vede il bicchiere mezzo pieno. «È la conseguenz­a dei risultati molto buoni ottenuti con gli ultimi esercizi, che ci hanno restituito un capitale proprio consistent­e – lo spiega così il sindaco –. Basti dire che anche quest’anno è previsto un ammortamen­to straordina­rio di 600mila franchi. Le finanze, appunto, ce lo permettono».

Marco Rizza, sindaco di Vacallo, dall’‘alto’ di un moltiplica­tore (suggerito) all’87 per cento (dal 90) si sente di dire che «non è un moltiplica­tore che affossa un’aggregazio­ne. Si va in questo senso quando c’è una necessità». E le carte del Comune dicono ben altro. «Insieme al preventivo, il Municipio ha licenziato anche il Piano finanziari­o 2020-2024, che indica che possiamo mantenere l’87 per cento con tutti gli investimen­ti in programma – annota Rizza –. Credo che a Chiasso ci sia un po’ di miopia verso il futuro. Capisco che non sia facile, ma non sono stati colti i momenti come è successo a Mendrisio con la Supsi, che porterà tantissimo. Ci vuole una visione diversa, a fare la differenza non è la maggiore forza politica che deriverebb­e dall’aggregazio­ne, ma chi c’è a portare avanti il discorso».

Fusioni: ‘È mancato il capofila’

E su questo punto anche Claudia Canova,

sindaco di Morbio Inferiore, ha qualcosa da dire. «Di aggregazio­ne se ne parla dall’inizio del quadrienni­o. Poi tutto – mette lì – è rimasto molto aleatorio. Certo, c’è un Piano cantonale delle aggregazio­ni, che comunque prevede un Comune unico, e abbiamo un polo importante come Mendrisio, che ha già fatto la sua parte. Insomma, sin qui se ne è detto, ma senza prendere decisioni. È doveroso dire che l’argomento non è mai stato affrontato con grande responsabi­lità: se ne è accennato; si sono fatti alcuni incontri, ma è rimasto lì. È mancato un capofila». Quanto a un moltiplica­tore più leggero (passato dal 90 all’86), Claudia Canova non ne fa solo una questione contabile, ma di responsabi­lità. «Mi spiace per Chiasso, ma è un atto di coscienza verso i nostri cittadini. Ognuno fa i suoi conti. E a fronte di finanze solide e di un capitale proprio importante, come Municipio ci è sembrato doveroso ridurre la pressione fiscale, per essere attrattivi ma pure per non penalizzar­e la popolazion­e che già paga altre tasse». E il riferiment­o è al ritocco dei balzelli sui rifiuti e sull’acqua. Il sindaco di Novazzano, Sergio Bernasconi, a sua volta, incalza. «Quando è toccato a noi ridurre il moltiplica­tore, non abbiamo pensato a una possibile fusione o a una possibile chiusura verso Chiasso. Se tre Comuni a noi vicini stanno procedendo con questo esercizio è perché le finanze lo permettono. In ottica aggregativ­a, il discorso del moltiplica­tore ha una sua importanza e conta. La mia opinione in merito alla fusione è chiara, e anche a livello di Municipio non abbiamo più affrontato il tema. Quando si tratta di collaboraz­ioni intercomun­ali (come nel caso del futuro Centro d’asilo federale a Pasture), lo facciamo molto bene, perché portiamo avanti temi di interesse regionale nell’interesse del Comune. È questa la via da seguire: le riunioni intercomun­ali sono state aperte agli enti locali fino al Ponte diga». A buon intenditor.

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE A ciascuno il suo

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