Valle di Blenio, una valle periferica dalle innumerevoli potenzialità
A livello generale si avvertono in Valle di Blenio alcuni timori per l’avvenire, a causa di una certa rassegnazione accumulata negli anni dalla popolazione. Timori che si manifestano sotto forma di diffidenza verso ciò che “viene da fuori” e verso nuovi progetti. Troppe speranze sono andate in fumo e troppe promesse non sono state mantenute! A volte sembra mancare la giusta mentalità proattiva, la perseveranza e un po’ di senso dell’avventura, nonché la volontà di migliorare le condizioni socioeconomiche con iniziative che rientrino in un quadro sinergico di forze e di intenti. Eppure la Valle ha fin qui manifestato una certa vitalità in diversi settori: artigiani, imprese e contadini hanno saputo invertire il corso negativo degli eventi; (...)
(...) i Centri sportivi fanno diversi sforzi per rilanciare il turismo; i musei bleniesi offrono uno spaccato interessante del nostro passato e il Cinema Blenio, una miriade di iniziative aggiornate e attrattive; il Castello di Serravalle si presenta in una nuova veste; le Fondazioni Ratti, Donetta, Genucchi valorizzano il patrimonio culturale, e così via. Assistiamo nondimeno a un fenomeno assai singolare nell’Alta Valle di Blenio per quanto attiene alle strutture ricettive: il bel villaggio di Olivone langue, mentre la sua cerniera alpina sembra manifestare maggiore vitalità. Chi ha vissuto gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, attraversando ora il villaggio non può non avvertire un senso di nostalgia, ma anche di sconforto: alberghi chiusi (persino il glorioso Albergo Posta sembra non trovare prospettive), ristoranti ridotti al lumicino (si ha persino difficoltà a consumare qualche pasto), una certa incuria delle sponde del fiume Brenno; un Ente del turismo ridotto a mero ufficio di informazioni, allorquando in passato Blenio Turismo promuoveva e sosteneva iniziative di ogni genere (si veda Blenio Bellissima con “Profumi e Sapori”). E dire che a Olivone c’erano negli anni Ottanta ben 180 posti letto, e che lo stesso villaggio sarebbe potuto diventare la porta di un Parco nazionale! Per fortuna sono presenti in esso alcune strutture ricettive di qualità e forse anche di nicchia. Alludo alle pensioni e alle strutture Bed & Breakfast: il “Cuore Alpino”, la “Casa Lucomagno”, il “Relais del Sosto”, la “Pensione Osteria Centrale”, la “Casa Montana Otaf”; e sono pure presenti le funzionali strutture di Gioventù e Sport, che portano ogni anno a Olivone una ventata di gioventù. L’Autorità comunale ha fatto parecchi investimenti strutturali, ha aiutato diverse associazioni ed è impegnata a realizzare la ristrutturazione e la rimodulazione del Polisport. Ma non basta. Nella cerniera alpina le cose sembrano andare meglio: le capanne alpine, ristrutturate adeguatamente, hanno grande successo di utenza e sono fra le più rinomate del Ticino; Campo Blenio è sempre attiva come struttura a carattere familiare, con iniziative anche per la stagione estiva e con la presenza di Casa Greina e della Città di Lugano. Ma le grandi speranze sono rivolte alla splendida regione del Lucomagno: da qualche tempo funziona alla grande il Centro di Acquacalda con proposte di attività nella natura; e ora c’è il rinnovato Centro di Campra, con una struttura ricettiva di grande pregio architettonico: un progetto, questo, partito da lontano, che riuscì ad ottenere il consenso federale grazie ai lavori di un team interdisciplinare guidato dall’ing. Wagner; una scelta architettonica indovinata quale proscenio sulla natura, proposta all’unanimità da una giuria che ho avuto l’onore di presiedere; un lavoro estenuante e lodevole di preparazione da parte del Consiglio di amministrazione della Società Centro Sci Nordico Campra Sa. Altrettanti fattori di successo che richiedono ora un’intensa e proficua attività di animazione e di iniziative. Già il legislativo cantonale, nella concessione dei crediti, auspicava una messa in rete di queste strutture per tutta una serie di ragioni: sarebbe improvvido che in una regione così bella non si realizzi una collaborazione fra le strutture presenti; inoltre sappiamo tutti che occorre saper catturare l’attenzione dell’utenza con dei “pacchetti turistici” diversificati. I cambiamenti in atto obbligano a considerare maggiormente le esigenze dell’utenza e delle nuove generazioni, nonché dell’evoluzione del concetto stesso di sport, non più rivolto solo alle competizioni, ma inteso come fenomeno sociale che richiede soluzioni creative di ampio respiro. Tutti confidiamo nei giovani e dinamici gestori della nuova struttura, denominata “Campra Alpine Lodge and Spa”, nonché nella virtuosa collaborazione con lo Sci Club Simano. Solo il connubio sport e turismo, con iniziative di largo respiro sull’intero anno e la collaborazione proficua con le altre strutture, potrà apportare nell’Alta Valle di Blenio l’auspicata vitalità. Bisogna invertire la tendenza turistica del “mordi e fuggi” e offrire sempre maggiori occasioni di vivere, scoprire e apprezzare la natura. La danza sportiva e le varie iniziative potranno avere successo, se avranno come partner la Natura. E stiamo attenti a non enfatizzare unilateralmente certe pratiche sportive (il Mountain Bike, che c’è ovunque in Svizzera), a scapito di altre iniziative e della fruizione culturale e di svago dei nostri sentieri naturalistici e storici, creati a suo tempo con la sana idea di “camminare con la testa”. Perché poi non pensare a implementare o a incrementare nuove pratiche sportive e di svago quali il freestyle, l’halfpipe, lo slittino, le racchette da neve, l’escursionismo naturalistico, lo snow volley, la danza, il pattinaggio e altre ancora: altrettante attività per attrarre i giovani e il turista interessato. Su questi temi rinvio alla recente pubblicazione: E. Mannhart, G. Rigozzi, “Oltre lo sport. Non solo competizione”, SalvioniEdizioni.