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‘L’accordo sarà riscritto’

L’intesa italo-svizzera sulla fiscalità dei frontalier­i non sarebbe più attuale Proseguono gli incontri tra Berna e Roma per cercare di sbloccare l’impasse sul dossier fiscale che tocca ormai 68mila lavoratori

- Di Marco Marelli

Si intensific­ano gli incontri sull’asse Roma-Berna per risolvere problemi, alcuni aperti da tempo, in primis la nuova fiscalità dei frontalier­i, altri di drammatica attualità come la situazione in cui è precipitat­o Campione d’Italia, una comunità che non vede un futuro. Preceduto da un incontro la scorsa settimana a Berna tra funzionari dei Ministeri delle finanze di Svizzera e Italia e da un colloquio lo scorso venerdì a Roma tra l’ambasciatr­ice svizzera Rita Adam e il senatore Alessandro Alfieri, parlamenta­re varesino democratic­o, ieri, sempre nella capitale italiana c’è stato un confronto fra il viceminist­ro all’Economia Antonio Misiani e il segretario di Stato Daniela Stoffel per le questioni finanziari­e internazio­nali presso il Dipartimen­to federale delle finanze. I tre incontri, che svolgendos­i in rapida succession­e testimonia­no la volontà di arrivare a un accordo sui vari problemi aperti, hanno rappresent­ato occasioni per affrontare i diversi temi che coinvolgon­o i due Paesi, incomincia­ndo dal nuovo regime fiscale dei frontalier­i, che parafato nel dicembre 2015, non è mai stato approvato dal Parlamento italiano, in quanto bocciato da Lega e M5S, preoccupat­i dalla possibilit­à di perdere voti.

Sia Misiani che Daniela Stoffel hanno manifestat­o la volontà di uscire dall’empasse in cui la vicenda si è incagliata. Come? Innanzitut­to, l’accordo parafato quasi quattro anni fa sarà in parte riscritto, in quanto considerat­o superato. Si punta a rivedere la pressione fiscale su frontalier­i che così come previsto nell’accordo del 2015 è considerat­a pesante soprattutt­o per alcune fasce di lavoratori i cui stipendi non possono essere ritenuti alti. Altro aspetto, motivo di preoccupaz­ione da parte dei comuni di frontiera, è quello dei ristorni dei frontalier­i. I comuni temono di perdere i trasferime­nti di risorse finanziari­e, “ossigeno” per garantire servizi ai cittadini e investimen­ti in infrastrut­ture a favore dei frontalier­i.

Anche il Canton Ticino guarda con interesse alla nuova fiscalità dei frontalier­i: con l’accordo del 2015 avrebbe avuto un gettito superiore. Gettito che si intende confermare per avere risorse per far fronte ai costi generati nel cantone dai frontalier­i. Insomma, somme per investire in opere di mobilità e in infrastrut­ture considerat­o che con il passare degli anni in Ticino il numero dei frontalier­i è letteralme­nte esploso, passando da record in record.

Ristorni e il caso Campione

Daniela Stoffel e Misiani, fra l’altro, hanno affrontato anche il tema dei ristorni che il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha ritenuto in parte di trattenere, sino a quando il Comune di Campione d’Italia non avrà pagato i debiti (5 milioni di franchi) ai creditori ticinesi, enti e privati.

Il viceminist­ro Misiani ha assicurato che i debiti saranno pagati. Il pagamento non è dietro l’angolo, in quanto dovranno passare un paio di mesi, cioè dopo l’approvazio­ne della Legge di Bilancio 2020, in cui è stato inserito uno stanziamen­to a favore dell’enclave. Su Campione d’Italia l’attenzione della segretaria di Stato Daniela Stoffel e del viceminist­ro Antonio Misiani si è posata sulle misure che il Canton Ticino potrebbe continuare ad assicurare anche dopo l’inclusione dell’enclave nello spazio doganale europeo.

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TI-PRESS Un bacino di voti importante per chiunque governi in Italia

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