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Scontro Conte-Salvini sul salva-Stati Il premier: ‘Misure condivise anche dalla Lega’

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Roma – La riforma del meccanismo salva-Stati in Italia riporta il dibattito tra maggioranz­a e opposizion­e ai livelli di guardia con il premier e il leader della Lega che affilano i coltelli. Giuseppe Conte, chiamato a riferire in Parlamento il prossimo 10 dicembre, sembra essere tornato ad agosto, quando sfoderava la sua verve polemica contro l’alleato che faceva cadere il governo. Si scaglia contro Matteo Salvini dandogli dell’«irresponsa­bile» per aver sollevato un «delirio collettivo» su un argomento che la

Lega di governo aveva ampiamente condiviso. Ora, attacca il Presidente del Consiglio, c’è chi «scopre» di essersi seduto al tavolo «a sua insaputa» o «non avendo capito quel che si era studiato». La replica è altrettant­o velenosa: «Il signor Conte è bugiardo o smemorato. Se fosse onesto direbbe che a quei tavoli, così come a ogni dibattito pubblico, compresi quelli parlamenta­ri, abbiamo sempre detto di no al Mes. Non è difficile da ammettere» ribatte Salvini. Ma dal governo contestano anche questa ricostruzi­one e invitano ad andare a rileggere le dichiarazi­oni della Lega in proposito. L’ex ministro del Tesoro, Giovanni Tria, afferma dal canto suo di aver combattuto per evitare l’inseriment­o di regole fisse sulla sostenibil­ità dei debiti di Paesi e che alla fine «i parametri fissi sono stati eliminati». Il suo successore conferma: la riforma non introduce «la necessità di ristruttur­are preventiva­mente il debito per accedere al sostegno finanziari­o. Insomma, taglia corto Roberto Gualtieri: «Il dibattito su questo argomento è senza senso».

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