‘Ampio utilizzo, verifica difficile’
Dal canto suo il direttore di Suva Ticino,
Roberto Dotti, ha presenziato anche alla seconda serata, questa volta senza intervenire; a fine seduta interpellato dai giornalisti ha confermato l’impegno nel voler affrontare con serietà nel gruppo di lavoro gli approfondimenti già avviati, mettendo inoltre a disposizione della Procura – che ha aperto un incarto – il materiale richiesto. «L’amianto – avverte Dotti – è però un materiale che per decenni è stato utilizzato ovunque in tutta Europa, e che in varie parti del mondo è tutt’oggi usato per gli scopi più disparati. Non in Svizzera, che lo ha proibito per prima negli anni 90. Ma allora, ribadisco, si trovava ovunque: dalle isolazioni in campo edile alle componenti meccaniche ed elettriche come i freni delle auto e dei treni». Ecco perché verificare oggi anche la situazione nelle immediate vicinanze dell’areale delle Officine, come viene richiesto, «risulta assai complicato. Senza contare che è tutt’oggi possibile, anche per un privato, importare materiale da ogni angolo del mondo magari contaminato». In tutto sono 53 i collaboratori delle officine fattisi avanti nelle ultime settimane chiedendo di essere inseriti nei programmi di controllo della salute per l’amianto, insieme ai 35 già gestiti da Suva.