È l’ora del Pian Faloppia
Dopo anni di stallo a Balerna si riaccende l’attenzione sull’area nata come Tecnoparco Il comparto piace a ditte della farmaceutica e della meccanica di alta precisione. Il sindaco: ‘Stavolta ci siamo’. Si parte con strade, condotte e illuminazione
Per trovargli un nome Balerna aveva anche lanciato un concorso. Dalla metà degli anni Novanta, del resto, il Comune ha scommesso molto sulle potenzialità del Pian Faloppia. Quella porzione di territorio che lambisce anche Chiasso e Novazzano, poco lontano dalla ferrovia, la si era immaginata, da subito, come l’area dove creare una sorta di ‘Silicon valley’ in salsa momò. Da quel momento le autorità locali non si erano risparmiate, creando una ‘task force’, mettendo in campo studi e analisi e assumendo persino un consulente – l’ingegner Hugo Wyss –, divenuto ben presto ‘Mister parco tecnologico’. Il primo a credere che l’innovazione avrebbe, ben presto, fatto rima con Balerna, era stato il sindaco di allora, Gian Paolo Grassi. E, del resto, non era il solo: nel 1999 si stacca il sigillo cantonale. Il Pian Faloppia entra a far parte dei poli di sviluppo economico inseriti a Piano direttore. La strada, però, si fa in salita. Difficile gestire la questione fondiaria – i privati interessati sono una ventina –, ancor più arduo individuare i profili aziendali giusti. Tanto che l’inclinazione verso la logistica presa a un certo punto non ha convinto del tutto. Adesso, però, dopo anni in stallo, il destino del Pian Faloppia sembra essere a una svolta. Nell’area, nel lato sud, ferve un grande cantiere; dentro le stanze dell’esecutivo si è deciso di sbloccare le opere finali per l’urbanizzazione del comparto e di staccare un assegno di 4 milioni e mezzo: il dossier da inizio novembre è sul tavolo del Consiglio comunale (vedi a lato). L’autorità locale, infatti, confida nell’arrivo di insediamenti di valore. Ma soprattutto aderenti ai canoni fissati con precisione nel Piano particolareggiato del Pian Faloppia, che strizzano l’occhio all’‘high tech’. Si parla di farmaceutica e meccanica di alta precisione; in altre parole di reale innovazione.
‘Adesso l’interesse c’è davvero’
Questa volta ci siamo, quindi? «Possiamo dire che oggi sussiste un interesse più concreto», tiene a far sapere a ‘laRegione’ il sindaco di Balerna Luca Pagani. In effetti anche i toni che accompagnano questo capitolo nei preventivi 2020 trasudano fiducia. Non a caso si è decisi a varare gli interventi infrastrutturali l’anno prossimo. «Per cominciare i primi a essere propositivi sono i proprietari, orientati a mettere a disposizione i fondi – e questo nel tempo è stato uno dei problemi –. Poi è evidente l’interessamento da parte di aziende che sarebbero conformi al Piano regolatore particolareggiato, ma anche ai nostri auspici». Pagani va al sodo: valore aggiunto economico e minore carico ambientale. Si cambia pagina, dunque. «Gli insediamenti iniziali, in effetti, orbitavano per lo più nel campo della logistica (ambito spinto a suo tempo dal Cantone). Poi – conferma Pagani – abbiamo capito che, seppur supportato dalla tecnologia, non era un settore su cui era opportuno puntare e abbiamo frenato. In questi ultimi anni, però, abbiamo cercato di rilanciare l’arrivo di ditte che potessero portare qualcosa di interessante, anche in termini di posti di lavoro qualificati, oltre a non creare un aggravio ambientale eccessivo. In tal senso abbiamo visitato il Polo tecnologico di Zurigo e preso contatti con loro. Nella fase successiva, però, i tentativi non erano decollati come avremmo auspicato».
Iter travagliato, politica rigorosa
Adesso la speranza riprende quota. E con lei l’ambizione di vedere sul Pian Faloppia realtà aziendali capaci di incidere non solo a livello comunale ma regionale. «I criteri d’accesso fissati a livello pianificatorio, d’altro canto, sono un passaggio per chi si insedia». Certo che questo comparto ha avuto una storia un po’ travagliata. «È vero che ora di superfici così interessanti nel cantone ce ne sono poche. Di conseguenza, il Pian Faloppia sta diventando attrattivo – annota Pagani –. Sia chiaro, in base alle richieste ricevute in questi anni avremmo già potuto averlo occupato tutto. Ma non erano conformi ai nostri standard. Quindi abbiamo optato per una politica più rigorosa, visto che il territorio è quello che è e va preservato per ditte di valore. In questo momento, però, i segnali sono davvero positivi».
Il Municipio lo ha messo nero su bianco (nei preventivi 2020): “Il Comune farà tutto il possibile per realizzare l’urbanizzazione del comparto in tempi ragionevoli, così da favorire l’insediamento di aziende negli edifici in costruzione”. E allora avanti senza indugi con le opere utili ai futuri inquilini, alla mano un investimento di 4 milioni e mezzo. In programma ci sono, d’altro canto, tutti i lavori necessari a completare le infrastrutture di base dell’area industriale. Quindi di supporto allo smaltimento delle acque, all’approvvigionamento e all’illuminazione pubblica. Non saranno secondari, poi, i collegamenti viari.
Una Dorsale di servizio
«L’idea – come ci spiega lo stesso sindaco Luca Pagani – è di creare una dorsale, parallela a via Passeggiata e che taglia a metà l’area (e che sarà a senso unico, ndr), che servirà tutti i terreni del comparto, sia verso via Passeggiata che verso il riale Raggio e la collina del Penz». Inoltre, saranno sistemate le due strade di penetrazione, la via Tell e la via al Penz, sin qui realizzate in forma provvisoria e che si trasformeranno in arterie a carattere industriale. Non si farà, invece, come prospettato nel progetto preliminare, un ulteriore accesso stradale, a doppio senso di marcia, su via Turconi. Una scelta dettata anche dalle strategie delle Ffs, che per i loro fondi hanno preferito agganciarsi a via Tell. Dunque via Turconi diventerà una pista ciclopedonale in calcestre nel suo primo tratto – da via Passeggiata sino a incrociare la Dorsale – e una strada di servizio a un’unica carreggiata nel secondo tratto a sud.
Non mancherà poi una rete di marciapiedi a beneficio degli utenti. E sarà pianificato altresì un arredo verde. In questo caso il progetto prevede di sistemare arbusti e cespugli man mano che l’edificazione dei terreni, lungo il Raggio, procederà.
Per la realizzazione delle opere, si annuncia, si applicheranno dei contributi di miglioria, calcolati al 70 per cento della spesa.