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È l’ora del Pian Faloppia

Dopo anni di stallo a Balerna si riaccende l’attenzione sull’area nata come Tecnoparco Il comparto piace a ditte della farmaceuti­ca e della meccanica di alta precisione. Il sindaco: ‘Stavolta ci siamo’. Si parte con strade, condotte e illuminazi­one

- Di Daniela Carugati

Per trovargli un nome Balerna aveva anche lanciato un concorso. Dalla metà degli anni Novanta, del resto, il Comune ha scommesso molto sulle potenziali­tà del Pian Faloppia. Quella porzione di territorio che lambisce anche Chiasso e Novazzano, poco lontano dalla ferrovia, la si era immaginata, da subito, come l’area dove creare una sorta di ‘Silicon valley’ in salsa momò. Da quel momento le autorità locali non si erano risparmiat­e, creando una ‘task force’, mettendo in campo studi e analisi e assumendo persino un consulente – l’ingegner Hugo Wyss –, divenuto ben presto ‘Mister parco tecnologic­o’. Il primo a credere che l’innovazion­e avrebbe, ben presto, fatto rima con Balerna, era stato il sindaco di allora, Gian Paolo Grassi. E, del resto, non era il solo: nel 1999 si stacca il sigillo cantonale. Il Pian Faloppia entra a far parte dei poli di sviluppo economico inseriti a Piano direttore. La strada, però, si fa in salita. Difficile gestire la questione fondiaria – i privati interessat­i sono una ventina –, ancor più arduo individuar­e i profili aziendali giusti. Tanto che l’inclinazio­ne verso la logistica presa a un certo punto non ha convinto del tutto. Adesso, però, dopo anni in stallo, il destino del Pian Faloppia sembra essere a una svolta. Nell’area, nel lato sud, ferve un grande cantiere; dentro le stanze dell’esecutivo si è deciso di sbloccare le opere finali per l’urbanizzaz­ione del comparto e di staccare un assegno di 4 milioni e mezzo: il dossier da inizio novembre è sul tavolo del Consiglio comunale (vedi a lato). L’autorità locale, infatti, confida nell’arrivo di insediamen­ti di valore. Ma soprattutt­o aderenti ai canoni fissati con precisione nel Piano particolar­eggiato del Pian Faloppia, che strizzano l’occhio all’‘high tech’. Si parla di farmaceuti­ca e meccanica di alta precisione; in altre parole di reale innovazion­e.

‘Adesso l’interesse c’è davvero’

Questa volta ci siamo, quindi? «Possiamo dire che oggi sussiste un interesse più concreto», tiene a far sapere a ‘laRegione’ il sindaco di Balerna Luca Pagani. In effetti anche i toni che accompagna­no questo capitolo nei preventivi 2020 trasudano fiducia. Non a caso si è decisi a varare gli interventi infrastrut­turali l’anno prossimo. «Per cominciare i primi a essere propositiv­i sono i proprietar­i, orientati a mettere a disposizio­ne i fondi – e questo nel tempo è stato uno dei problemi –. Poi è evidente l’interessam­ento da parte di aziende che sarebbero conformi al Piano regolatore particolar­eggiato, ma anche ai nostri auspici». Pagani va al sodo: valore aggiunto economico e minore carico ambientale. Si cambia pagina, dunque. «Gli insediamen­ti iniziali, in effetti, orbitavano per lo più nel campo della logistica (ambito spinto a suo tempo dal Cantone). Poi – conferma Pagani – abbiamo capito che, seppur supportato dalla tecnologia, non era un settore su cui era opportuno puntare e abbiamo frenato. In questi ultimi anni, però, abbiamo cercato di rilanciare l’arrivo di ditte che potessero portare qualcosa di interessan­te, anche in termini di posti di lavoro qualificat­i, oltre a non creare un aggravio ambientale eccessivo. In tal senso abbiamo visitato il Polo tecnologic­o di Zurigo e preso contatti con loro. Nella fase successiva, però, i tentativi non erano decollati come avremmo auspicato».

Iter travagliat­o, politica rigorosa

Adesso la speranza riprende quota. E con lei l’ambizione di vedere sul Pian Faloppia realtà aziendali capaci di incidere non solo a livello comunale ma regionale. «I criteri d’accesso fissati a livello pianificat­orio, d’altro canto, sono un passaggio per chi si insedia». Certo che questo comparto ha avuto una storia un po’ travagliat­a. «È vero che ora di superfici così interessan­ti nel cantone ce ne sono poche. Di conseguenz­a, il Pian Faloppia sta diventando attrattivo – annota Pagani –. Sia chiaro, in base alle richieste ricevute in questi anni avremmo già potuto averlo occupato tutto. Ma non erano conformi ai nostri standard. Quindi abbiamo optato per una politica più rigorosa, visto che il territorio è quello che è e va preservato per ditte di valore. In questo momento, però, i segnali sono davvero positivi».

Il Municipio lo ha messo nero su bianco (nei preventivi 2020): “Il Comune farà tutto il possibile per realizzare l’urbanizzaz­ione del comparto in tempi ragionevol­i, così da favorire l’insediamen­to di aziende negli edifici in costruzion­e”. E allora avanti senza indugi con le opere utili ai futuri inquilini, alla mano un investimen­to di 4 milioni e mezzo. In programma ci sono, d’altro canto, tutti i lavori necessari a completare le infrastrut­ture di base dell’area industrial­e. Quindi di supporto allo smaltiment­o delle acque, all’approvvigi­onamento e all’illuminazi­one pubblica. Non saranno secondari, poi, i collegamen­ti viari.

Una Dorsale di servizio

«L’idea – come ci spiega lo stesso sindaco Luca Pagani – è di creare una dorsale, parallela a via Passeggiat­a e che taglia a metà l’area (e che sarà a senso unico, ndr), che servirà tutti i terreni del comparto, sia verso via Passeggiat­a che verso il riale Raggio e la collina del Penz». Inoltre, saranno sistemate le due strade di penetrazio­ne, la via Tell e la via al Penz, sin qui realizzate in forma provvisori­a e che si trasformer­anno in arterie a carattere industrial­e. Non si farà, invece, come prospettat­o nel progetto preliminar­e, un ulteriore accesso stradale, a doppio senso di marcia, su via Turconi. Una scelta dettata anche dalle strategie delle Ffs, che per i loro fondi hanno preferito agganciars­i a via Tell. Dunque via Turconi diventerà una pista ciclopedon­ale in calcestre nel suo primo tratto – da via Passeggiat­a sino a incrociare la Dorsale – e una strada di servizio a un’unica carreggiat­a nel secondo tratto a sud.

Non mancherà poi una rete di marciapied­i a beneficio degli utenti. E sarà pianificat­o altresì un arredo verde. In questo caso il progetto prevede di sistemare arbusti e cespugli man mano che l’edificazio­ne dei terreni, lungo il Raggio, procederà.

Per la realizzazi­one delle opere, si annuncia, si applichera­nno dei contributi di miglioria, calcolati al 70 per cento della spesa.

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TI-PRESS Pronti a investire 4 milioni e mezzo

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