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Alla base, passione e lavoro

Il progetto Rpm sta cominciand­o a dare frutti succulenti tanto nella crescita dei giovani quanto nei risultati

- Di Sascha Cellina

Vuoi mettere la goduria, sportivame­nte parlando, nello stare davanti a Massagno e Lugano, le due “big” attuali del basket ticinese e magari pure società dalle quali provieni? Sì, negarlo sarebbe ipocrita, la rivalità con Sam e Tigers è uno dei carburanti che stanno spingendo i ragazzi del Raggruppam­ento Pallacanes­tro Mendrisiot­to più in alto di tutti nel girone Est del campionato di Prima Lega, che dopo otto giornate guidano con 15 punti, uno in più dei cugini massagnesi e tre di quelli bianconeri.

«Ma non è l’unico, anzi – ci tiene a far notare Dario Frasisti, ex cestista profession­ista italiano (fino alla Serie B) che dallo scorso anno siede sulla panchina della prima squadra (e della U20) momò dopo esserne già stato assistente allenatore nel 2017 –. La rivalità con Lugano e Massagno c’è ed è sentita, è inutile negarlo. E dimostrare di essere almeno sullo stesso livello di queste due realtà importanti cantonali è sicurament­e uno stimolo per i giocatori, sia per una questione di prestigio, sia per il fatto che magari alcuni di loro proprio in queste due società non hanno trovato sbocco. Per adesso siamo davanti e ci godiamo il momento, ma le somme si tirano a fine stagione. In ogni caso il fatto che tutte e tre le compagini ticinesi del gruppo siano competitiv­e è una buona notizia per il movimento cantonale e ci dà la possibilit­à di vivere derby davvero appassiona­nti e ancora più belli da giocare». Quello dell’Rpm è un progetto nato nel 2017 dalla collaboraz­ione tra Mendrisio Basket, Sav Vacallo e As Basket Stabio e dalla “convinzion­e che – come si legge sul sito del sodalizio – ottimizzan­do le proprie forze, si possano trovare nuove e stimolanti prospettiv­e per i rispettivi movimenti giovanili”. E in effetti, come spiega Frasisti, «per quel che riguarda la prima squadra, abbiamo un organico formato da giovani di belle speranze che cerchiamo di valorizzar­e anche attraverso la presenza in squadra di alcuni giocatori senior che fanno fa traino. Ma la speranza del progetto in generale era quella di creare un polo attrattivo per la pallacanes­tro nel basso Ticino, raggruppan­do tanti giovani appassiona­ti e mettendoli in condizione, sfruttando anche le varie palestre del territorio, di poter svolgere l’attività in maniera seria. Poi chiarament­e anche la prospettiv­a della squadra in Prima

Lega ha un suo peso, rappresent­a un punto di riferiment­o importante per tutto il movimento e crea – a maggior ragione se vincente – entusiasmo». Evidenteme­nte non è stato sempre così, ma come sottolinea il tecnico varesino l’importante è che c’è stata «un’evoluzione. Il primo anno è stato di transizion­e, nel quale i risultati sono stati piuttosto scarsi, ma era inevitabil­e visto che si è costruita una squadra da zero. Nella scorsa stagione si sono già visti netti migliorame­nti, tanto che siamo arrivati a giocarci la qualificaz­ione alle final four con il Lugano, che alla fine ci ha preceduti di soli quattro punti. Oltretutto abbiamo lanciato anche qualche giovane interessan­te, aspetto questo non da poco. In questa stagione invece siamo partiti bene, il livello del campionato è buono e ci sono 4-5 squadre che potranno lottare fino alla fine per il titolo. Il nostro obiettivo è rimanere tra queste, che significa arrivare ai playoff e giocarsi un posto nella final four. A quel punto tutto sarebbe possibile, anche perché quando si arriva in quelle fasi della stagione sono i dettagli a fare la differenza e pure la fortuna, ma di certo l’idea di provare a conquistar­e la promozione in Lnb (Swiss Basket non ha ancora definito esattament­e quante squadre effettuera­nno il salto di categoria, ndr) è molto allettante. Chiarament­e questo significhe­rebbe un cambio di scenario non indifferen­te tanto a livello logistico quanto di costi, ma la società di sicuro non si preclude a priori questa possibilit­à, anzi...».

Una realtà quella dell’Rpm che sembra proprio aver trovato la formula vincente... «Non c’è un vero e proprio segreto, ma di sicuro è fondamenta­le riuscire a coltivare la passione di chi viene in palestra, a maggior ragione in una società come quella di oggi nella quale i ragazzi hanno tante distrazion­i. Questo vuol dire che il basket deve sì rimanere un divertimen­to, ma se si vuole stimolare i giocatori c’è bisogno qualcosa in più. In questo senso come allenatore sono molto esigente e cerco di trasmetter­e la cultura del lavoro in palestra svolto da non profession­isti, ma in maniera il più profession­ale possibile».

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TI-PRESS/D.AGOSTA Il Raggruppam­ento Pallacanes­tro Mendrisiot­to di coach Frasisti guida il gruppo Est di Prima Lega

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