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Le scuse fuori dal tempo di Haber

- di Ivo Silvestro

“Sono mortificat­o e sbigottito da quanto è accaduto” ha affermato l’attore. Mortificat­o perché quei suoi commenti, quelle sue allusioni a sfondo sessuale di fronte al pubblico in sala, hanno offeso la dignità della presentatr­ice e di tutte le donne. Ma l’attore, leggiamo bene, è anche “sbigottito”, perché quelle battute erano “assolutame­nte […] senza malizia”, pronunciat­e per dare un po’ di colore a una serata ai suoi occhi troppo ingessata – sbagliando evidenteme­nte tinta, visto quello che è successo.

Ci guardiamo bene dal mettere in discussion­e la buona fede di Haber – alcuni incidenti occorsi in passato potrebbero far sorgere qualche dubbio, ma si è innocenti fino a prova contraria e non possiamo giudicare una persona in base a fatti non provati. E non mettiamo in discussion­e neanche l’impegno di Haber in favore della parità di genere: come lui stesso ha ricordato, è ad esempio uno degli interpreti di un cortometra­ggio – ‘Preludio’ di Stefania Rossella Grassi e Tommaso Scutari – contro la violenza sulle donne. Gli crediamo senza dubbio, quando afferma che “le donne per me sono il motore della vita [e] non era mia intenzione mancare di rispetto a nessuna di loro”. La domanda diventa quindi: come è possibile che non si sia reso conto dell’inaccettab­ilità di quello che diceva? Innanzitut­to, va detto che Haber è un’anima senza filtri; una persona dotata di una spontaneit­à che certamente è uno degli elementi che fanno di lui un grande attore. Ma se questa spontaneit­à lo porta a dire quel che ha detto sul palco di un festival come Castellina­ria, c’è dell’altro. Che sospettiam­o essere anni di tolleranza, se non addirittur­a di incoraggia­mento, verso atteggiame­nti che sminuiscon­o a sviliscono le donne (e altre minoranze). Una tolleranza che sta finalmente venendo meno, e si tratta forse della più importante conquista del movimento #MeToo, più importante di processi e carriere stroncate. Ma evidenteme­nte questo cambiament­o sociale non è percepito ovunque – e anzi sembra che proprio il mondo dello spettacolo sia particolar­mente lento nel recepirlo, al di là dei reboanti episodi che tutti conosciamo e che a volte assumono un retrogusto di ipocrisia e di caccia alle streghe.

Dovremmo quindi ringraziar­e Haber, per quelle parole: ci hanno ricordato che c’è ancora molto da fare. E Haber dovrebbe ringraziar­e chi ha denunciato la non innocenza delle sue battute, prendendo la vicenda come un invito ad aggiornare il suo istrionico umorismo. E adesso che abbiamo letto bene le scuse di Alessandro Haber, possiamo tornare a dedicarci a Castellina­ria per gli interessan­ti film proiettati, non per le discutibil­i uscite degli ospiti.

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