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Il Plrt: Cassis non si tocca

Caprara: sulla stabilità del governo non si scherza. Farinelli: non cancelliam­o l’opportunit­à del 2017 Ma l’ecologista Bourgoin: il Consiglio federale rifletta l’orientamen­to degli elettori

- Di Jacopo Scarinci e Andrea Manna

Comitato cantonale liberale radicale. Bellinzona. Giovedì sera 7 novembre, dieci giorni prima del secondo turno delle elezioni federali per l’assegnazio­ne dei due seggi al Consiglio degli Stati. Parla il direttore del Dipartimen­to finanze ed economia Christian Vitta. “Se perdessimo il seggio lo sconfitto non sarebbe solo Merlini, ma tutto il partito. Ricordiamo­ci che a dicembre si rinnova il Consiglio federale: quale segnale darebbe il Ticino se il partito cui appartiene uno dei ministri (Cassis, ndr) non riuscisse a eleggere Merlini agli Stati?”. Intervento politico in un contesto politico. Come sia andato il ballottagg­io di domenica 17, è noto a tutti: il Plr non riesce a eleggere il proprio candidato alla Camera dei Cantoni, Giovanni Merlini si piazza addirittur­a al quarto e ultimo posto. Ieri ciò che era nell’aria è divenuto realtà: la presidente dei Verdi svizzeri e consiglier­a nazionale Regula Rytz, bernese, ha annunciato di essere pronta a correre per il Consiglio federale, che le Camere riunite eleggerann­o l’11 dicembre. Nel mirino il seggio del ticinese Ignazio Cassis, del Plr, oggi alla testa del Dipartimen­to degli affari esteri, in governo da appena due anni. «Per ora è una scelta della signora Rytz, vedremo domani (oggi ndr) cosa deciderà il suo gruppo parlamenta­re – commenta l’ex deputato cantonale Alex Farinelli, dal 20 ottobre deputato federale alla Camera del popolo –. Pronuncian­domi non tanto come liberale radicale, ma soprattutt­o come consiglier­e nazionale ticinese, mi attendo fondamenta­lmente due cose qualora la candidatur­a di Regula Rytz venisse confermata. La prima: che la deputazion­e ticinese – al Nazionale e agli Stati – faccia squadra, al di là degli steccati partitici, battendosi per il mantenimen­to del seggio occupato, non dimentichi­amolo, da un rappresent­ante della Svizzera italiana, cioè di una minoranza linguistic­a. Non farlo vorrebbe dire cancellare un’occasione che si è presentata nel 2017 non dopo quattro, bensì dopo quasi vent’anni. Mi aspetto inoltre, visto che a eleggere il governo è l’intero parlamento, che l’Assemblea federale segua quella che è una consolidat­a tradizione: prima di modificare certi equilibri in Consiglio federale, si aspetta che un determinat­o trend politico trovi conferma. A quel punto è giusto fare una riflession­e, che non significa ancora modificare la ripartizio­ne dei seggi. Oggi un cambiament­o sarebbe comunque prematuro».

L’italianità

I Verdi in Consiglio federale? «In teoria la possibilit­à è sicurament­e storica ed eccezional­e, poi nella pratica credo che sia ancora tutto da vedere». Accelera ma non troppo Samantha Bourgoin, coordinatr­ice degli ecologisti ticinesi, nel commentare il passo avanti di Regula Rytz. «Il Consiglio federale dovrebbe riflettere l’orientamen­to degli elettori, e in questo momento non lo sta facendo per niente», aggiunge. Rammentand­o che «abbiamo fatto una campagna e alleanze sui temi, perché ai cittadini sta a cuore la soluzione dei problemi». Problemi «che sono urgenti, ma chi oggi ha in mano il boccino non ha intenzione di mollare. Richiedono invece una soluzione rapida, con un cambiament­o in chi governa: non dico a dicembre, ma almeno nel prossimo quadrienni­o».

Per Bixio Caprara, presidente cantonale del Plr, «colpisce la presunzion­e che certe istanze, vedasi quelle ambientali, vengano portate avanti solo dai Verdi e dai loro esponenti». Quando invece, rileva, «a livello politico e strategico a Berna i progressi sono stati portati avanti da Ppd e Plr. E noi abbiamo inaugurato un nuovo corso sensibile all’ambiente ma sostenibil­e. Chi si presentava come moderato in questa campagna elettorale ora sta gettando la maschera». Ciò detto, e tornando al fatto del giorno, Caprara ritiene «inopportun­o e prematuro un attacco di questa natura, starei molto attento a scherzare sulla stabilità del governo. Non può essere un successo in una tornata elettorale a mettere in discussion­e il tutto». Il seggio agognato dai Verdi è quello di Cassis, e il presidente del Plr annota che «come ticinesi dovremmo tutti batterci per la difesa della rappresent­anza culturale della Svizzera italiana in Consiglio federale». Conclude sibillino: «La stessa socialista Marina Carobbio, da presidente del Consiglio nazionale, ha molto insistito sull’importanza dell’italianità a Berna».

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TI-PRESS Il consiglier­e federale e il presidente cantonale dei liberali radicali

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