Comuni e accoglienza: Jenisch sì, Rom no
Quella dei rapporti fra Rom e istituzioni cantonali e municipali è una storia complessa. Un’«emergenza Rom», in Ticino, non c’è mai stata: poche centinaia le persone di passaggio ogni anno. Uno sguardo agli archivi non registra problemi di sicurezza per i residenti: quelli sono piuttosto legati a quei Rom che dai campi italiani si spingono in Ticino, ma si tratta di singoli casi, legati a bande che hanno una storia ben diversa rispetto alle carovane che sostavano nelle nostre aree (vedi sopra). Più significativo il problema igienico, quel ‘farla dappertutto’ che imbrattava le due aree utilizzate a inizio Duemila, entrambe nel Bellinzonese: Gudo e Galbisio, sistemazioni quasi di fortuna in area golenale. La mediazione culturale era riuscita a ridurre fortemente anche questo problema. In ogni caso, però, in tutti questi anni non si è trovata una soluzione per la sosta dei Rom in Ticino.
Va notato d’altronde che il diritto federale svizzero prescrive l’accoglienza dei nomadi con cittadinanza svizzera – in larga misura parliamo degli Jenisch –, mentre non fornisce disposizioni analoghe per i nomadi stranieri. Sta dunque ai singoli Comuni decidere se mettere a disposizione aree adeguate. A trovare un Municipio collaborativo ci aveva provato la Commissione cantonale nomadi (Ccn). Costituita nel 1996, la Ccn affrontò il problema dopo che per anni i Rom di passaggio erano stati sistemati in collocazioni provvisorie, prive di servizi e requisiti che permettessero un’accoglienza sostenibile. Ma «vuoi perché le aree utilizzate fino a quel punto venivano spesso lasciate sporche e in disordine, vuoi per alcuni problemi di relazioni fra la popolazione residente e i Rom, nessun Comune si è reso disponibile», spiega Luca Filippini, segretario generale del Dipartimento delle istituzioni. Così, nel 2012 la Ccn dovette sciogliersi. Negli ultimi tempi non si segnalano casi di passaggio: «Forse anche perché nel nostro contesto è diventato più difficile per loro trovare occasioni di lavoro», ipotizza Filippini (i Rom in transito vivono infatti di piccoli commerci e servizi). Completamente diverso il quadro per quanto riguarda gli Jenisch, ai quali Giubiasco mette da anni a disposizione un’area dalla primavera all’autunno. In questo caso «la soluzione è abbastanza duratura, e l’integrazione può dirsi riuscita». Niente tensioni, insomma: «Anzi, quasi non ci si accorge che esistano», conclude Filippini. E Andrea Bersani, che di Giubiasco è stato sindaco dal 2004 al 2017 prima di diventare vicesindaco della nuova Bellinzona, conferma: «Nella misura in cui ci si parla e ci si ascolta, le soluzioni si trovano. L’accordo ha funzionato, e non ci sono mai stati problemi».