laRegione

Brè, un ritardo inaccettab­ile

L’associazio­ne di quartiere critica la Città e rileva che il credito votato per il masterplan è ‘scaduto’

- di Alfonso Reggiani

Anni fa il villaggio era ritenuto una ‘perla’ ed era partito un progetto pilota, poi la collaboraz­ione si è dissolta

Sono preoccupat­i e arrabbiati i membri dell’associazio­ne Uniti per Brè che nel giugno prossimo compirà dieci anni. Ritengono inaccettab­ile il ritardo della Città di Lugano nell’affrontare la revisione del Piano regolatore (Pr) del quartiere. Inaccettab­ile perché nel frattempo è entrata in vigore la legge federale sulla pianificaz­ione del territorio che pone condizioni molto restrittiv­e limitando le zone edificabil­i. Insomma, da parte del Municipio tante parole su Brè ritenuta una “perla” da proteggere mentre nei fatti nel quartiere non è cambiato nulla.

«Chiaro che allestire una revisione di Pr richiede tempo, intanto però sono state inoltrate nuove domande di costruzion­e e, in base alla pianificaz­ione vigente, si concedono licenze edilizie alle quali, non possiamo opporci come associazio­ne – sostiene Mattia Schmidt, coordinato­re dell’associazio­ne nell’incontro di ieri con i media –. Potremo farlo forse fra qualche mese visto che, secondo la legge, dopo dieci anni potremmo diventare un’associazio­ne con diritto di ricorso, faremo domanda e deciderà il governo cantonale». La revisione pianificat­oria del quartiere è stata però legata dal

Municipio all’allestimen­to di un masterplan con valenza di piano direttore comunale comprensiv­o di tutti gli oltre venti quartieri di Lugano. E i tempi si sono allungati. Secondo il programma presentato dall’esecutivo, la revisione avrebbe dovuto essere conclusa nel 2019… Da qui la denuncia di Uniti per Brè che chiede di nuovo “che la Città blocchi ogni licenza di costruzion­e, istituisca una zona di pianificaz­ione finché non entrerà in vigore un nuovo piano regolatore rispettoso delle nuove norme volute dal popolo!”. Si pretende una pianificaz­ione che tenga conto dello sviluppo centripeto e concentri l’edificazio­ne verso le zone urbane, senza più dispersion­e nel paesaggio”.

‘Istituite una zona di riordino’

Concretame­nte, l’associazio­ne ha proposto alla Città d entrare nel merito di una “Zona di riordino e tutela ambientale-territoria­le-paesistica soggetta a piano particolar­eggiato (conseguent­e alla zona di pianificaz­ione)”con misure pianificat­orie circostanz­iate e, sia pure preliminar­mente, verificate dal profilo tecnico. Invece, il Municipio ha per ora pubblicato, continua l’associazio­ne, “un solo documento (per di più incentrato su quattro scenari esclusivam­ente quantitati­vi) e che trascura gli stimoli dei gruppi di popolazion­e più consistent­i lasciando lettera morta ciò che scrive nel suo stesso sito: “Gli elementi emersi dal coinvolgim­ento della popolazion­e sono stimoli per la definizion­e di strumenti pianificat­ori o politiche territoria­li”.

Tornando al masterplan, come ha messo in evidenza il consiglier­e comunale dei Verdi Nicola Schönenber­ger, “ora il credito è scaduto, non sono stati redatti rapporti sullo stato dei lavori, il regolament­o comunale non è stato modificato e il decalogo pare dimenticat­o”. Risultato? “Non esiste una prospettiv­a temporale per la conclusion­e dei lavori del masterplan e tantomeno per l’entrata in vigore di un piano regolatore unitario. E i “vecchi” Pr nei quartieri, spesso eccessivam­ente generosi, irrispetto­si dei principi di “unitarietà e qualità urbanistic­a”, non allineati con l’obiettivo “di un ordinament­o pianificat­orio complessiv­o e coordinato per l’intera città” e tantomeno con l’obiettivo di “frenare la dispersion­e insediativ­a e il consumo eccessivo del suolo definiti dalla legge federale”.

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TI-PRESS Dopo i due workshop organizzat­i con la popolazion­e, tutto si è fermato

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