Il lavoro in bilico
Disoccupazione, precariato, working poor: c’è chi è sempre più escluso
Abbiamo incontrato Christian Vitta mercoledì scorso, prima del bel convegno di Unia dedicato al tema dei frontalieri e a un brillante saggio dello storico bergamasco Paolo Barcella (‘I frontalieri in Europa’, Biblion edizioni). Il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia non nasconde le difficoltà: «Sicuramente c’è una grande insicurezza. In Ticino si combinano due effetti: quello del frontalierato, che preoccupa anche perché ultimamente si è esteso al settore terziario; e poi i cambiamenti tecnologici, che rivoluzionano globalmente il mercato del lavoro. Il quadro complessivo mostra anche una pressione sui salari, tanto che il Ticino ha introdotto 17 contratti normali di lavoro per arginare il fenomeno». Che fare? «Possiamo agire con gli strumenti di cui dispone un Cantone. Abbiamo iniziato un progetto di coaching personalizzato per i disoccupati di lunga durata. Abbiamo intensificato i controlli per identificare e sanzionare gli abusi nelle imprese. Con il professor Losa si è poi avviato un gruppo di riflessione per identificare le sfide sul medio termine legate ai cambiamenti in atto. Ma servono anche misure per incentivare di più le aziende ad assumere i disoccupati residenti».
Obiettiamo che una politica di tagli fiscali non porta necessariamente sul territorio imprese responsabili, ma Vitta rovescia la prospettiva: «Con la riforma, l’obiettivo è quello di mantenere la stessa posizione che abbiamo oggi nel confronto intercantonale. Questo vale anche per le aziende che già operano sul territorio, che impiegano residenti e meritano un trattamento equo. Per queste abbiamo anche una serie di aiuti cantonali mirati: presenteremo a breve un messaggio per sostenere le imprese che si distinguono in termini di responsabilità sociale». Concetto sfuggente, che infatti il Cantone si sta preoccupando di specificare e rendere misurabile: «Ci stiamo lavorando con la Supsi. Fra gli indicatori potranno ad esempio essere considerati la presenza di un codice etico, la tutela dei propri collaboratori, dei consumatori e lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi e sostenibili».