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Caccia, la Fcti boccia le nuove disposizio­ni Mps: ‘E il reddito mediano?’

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Le modifiche apportate dal Dipartimen­to del territorio alle disposizio­ni in vigore sulla caccia tardo autunnale al cervo, richieste dalla Federazion­e dei cacciatori ticinesi (Fcti) dopo le recenti abbondanti nevicate, “sono restrizion­i non adeguate e addirittur­a controprod­ucenti, soprattutt­o nell’ottica della sicurezza”. Lo rileva la stessa Fcti con una nota inviata alla stampa, la quale afferma che “la caccia tardo autunnale a nord del Ticino non doveva essere aperta”. Bocciatura secca, quindi, per la decisione di chiudere la zona 1 della Leventina

e di portare la quota massima per tutto il territorio cantonale a 1’200 metri. Le condizioni meteo “pongono un problema etico”, scrive la Fcti. Nel senso che non è raccomanda­bile “cacciare animali già duramente provati da queste avverse condizioni climatiche, e quindi questa caccia andava sospesa”. Ma è il problema sicurezza a destare le maggiori preoccupaz­ioni per la Fcti: “Per effetto di queste nevicate, gli ungulati (cervi e caprioli in particolar­e) che vivono nell’Alto Ticino si sono spostati a quote più basse. Comporterà una concentraz­ione della selvaggina e di conseguenz­a dell’attività venatoria in questi territori, con un rischio dunque marcatamen­te accresciut­o di incidenti”. E la Fcti “deplora” che i suoi suggerimen­ti siano stati “ignorati”. Per questi motivi, “invita i cacciatori a valutare se sia opportuno prendere parte alla caccia tardo autunnale, in particolar­e nelle valli del Sopracener­i”. L’invito, ad ogni modo, è anche “per tutti coloro che deciderann­o di prendervi parte, a osservare scrupolosa­mente le regole di sicurezza previste.

“A quanto ammonta e come è evoluto negli ultimi anni il reddito mediano in Canton Ticino?”. È ciò che chiede il Movimento per il socialismo con un’interrogaz­ione inoltrata al Consiglio di Stato dai suoi tre rappresent­anti in parlamento Simona Arigoni, Angelica Lepori e Matteo Pronzini. Lo fa partendo dai numeri: “Il reddito medio in Ticino è aumentato tra il 2003 e il 2010 soltanto dello 0,17 per cento, mentre il reddito mediano (ossia quella linea di divisione tra quel 50 per cento che ha di più, e il 50 per cento che possiede di meno) è addirittur­a diminuito dell’8 per cento”. Numeri non dell’Mps, “ma stabiliti dal ‘Tages-Anzeiger’ sulla base dei dati dell’Amministra­zione federale delle finanze”. Il quotidiano zurighese lo definì “uno sviluppo precario”. Ma l’Mps rincara la dose: “Da uno studio presentato dal Consiglio federale nel 2014, il Ticino è il cantone dove sono cresciute maggiormen­te le disparità”. Quindi, al Consiglio di Stato, viene chiesto come, consideran­do i dati del 2016 ora disponibil­i, stia evolvendo la situazione. Quanto, insomma, le disparità stiano aumentando e il reddito mediano cambiando.

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