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Amianto, gli eredi di un ferroviere sperano ancora

Il Tf rinvia il caso alla giustizia bernese. Il quesito: la Bls ha violato l’obbligo di protezione?

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Vittoria parziale davanti al Tribunale federale (Tf) per la famiglia di un ferroviere morto a causa dell’amianto: la giustizia bernese dovrà riesaminar­e il caso di un uomo impiegato presso la Bls fra il 1961 e il 1998. Si tratterà di stabilire se questa ha violato l’obbligo di protezione dei dipendenti.

Dopo essere stato per anni esposto alla polvere dell’amianto durante la sua attività profession­ale il ferroviere era deceduto per mesoteliom­a pleurico – tipica malattia provocata dall’asbesto – nel 2004. Proprio nell’anno in cui la Bls faceva sapere che non avrebbe invocato la prescrizio­ne in caso di domande di indennizzo da parte di parenti di vittime dell’amianto. La famiglia dell’uomo in questione aveva avviato una causa contro Bls nel 2010, ricevendo però torto. Il tribunale d’appello del Canton Berna aveva stabilito che l’esposizion­e più intensa alle polveri nocive era avvenuta fra il 1961 e il 1985: il termine di prescrizio­ne – cioè l’estinzione del diritto al rimborso dei danni, trascorso un determinat­o lasso di tempo – era partita al più tardi nel 1985 e la prescrizio­ne era quindi già intervenut­a quando, nel 2004, l’azienda decise di non farla più valere.

La prima corte di diritto civile del Tf ha però parzialmen­te accolto il ricorso della famiglia. Ritiene che l’esposizion­e all’amianto si sia prolungata durante tutta la durata del rapporto di lavoro e che non può essere stabilito quand’è iniziata la malattia. Decisivo è invece sapere se la Bls abbia adottato misure di protezione quando si imponevano in base alle conoscenze dell’epoca.

Il Tf si è espresso anche sul dossier riguardant­e un uomo che aveva vissuto in gioventù, dal 1961 al 1972, nelle immediate vicinanze della fabbrica Eternit di Niederurne­n (Glarona), dove si lavorava l’asbesto. Entrato per questo in contatto con le fibre mortali, è morto nel 2006 per un mesoteliom­a pleurico.

Nel 2009 i suoi eredi avevano intentato un’azione legale contro la società Eternit Schweiz, i due proprietar­i Stephan e Thomas Schmidhein­y e le Ffs: la vittima si era infatti esposta all’amianto anche osservando lo scarico di materiale in stazione. La giustizia glaronese aveva però respinto le loro pretese, una posizione ora confermata dal Tf. Secondo quest’ultimo il termine di prescrizio­ne è stato ampiamente superato: l’ultima esposizion­e è avvenuta nel 1972 e non vi sono stati eventi più recenti che consentono di rinviare l’inizio della prescrizio­ne. I ricorsi relativi ai due casi erano stati presentati nel 2013, ma il Tf aveva sospeso il suo giudizio dopo una decisione presa nel 2014 dalla Corte europea dei diritti dell’uomo: essa aveva stabilito che il termine di prescrizio­ne di dieci anni previsto dal diritto svizzero violava in alcuni casi il diritto di accesso a un tribunale. Il parlamento ha quindi modificato i termini di prescrizio­ne, con una normativa che entrerà in vigore il 1o gennaio 2020.

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