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Imprendito­re poschiavin­o condannato a Sondrio per la morte di due boscaioli

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Omicidio colposo e inottemper­anza alle disposizio­ni in materia di sicurezza sul lavoro. Queste le imputazion­i che hanno portato giovedì il Tribunale di Sondrio a condannare a due anni e due mesi di reclusione, oltre a un’ammenda di seimila euro, un imprendito­re poschiavin­o di 43 anni, residente a Brusio, titolare di un’importante ditta grigionese attiva nel settore del legname e che spesso opera anche in Valtellina. L’accusa mossagli segue l’incidente sul lavoro verificato­si il 2 giugno 2017 a Grosio, località a nord di Sondrio, e costato la vita a un 42enne rumeno, mentre un connaziona­le 45enne se la cavò con lesioni gravi. I due esperti boscaioli in un giorno di festa erano impegnati a recuperare alcuni tronchi a 1’800 metri di quota, in località Cigozzo. Per effettuare il lavoro avevano ricevuto in dotazione dalla ditta una teleferica che avevano montato sul posto. Era tuttavia priva del manuale d’uso e di manutenzio­ne e di alcuni componenti importanti per il funzioname­nto. Fu proprio il montaggio maldestro a causare la tragedia. La fune, a un tratto, si sganciò dall’argano e frustando l’aria decapitò il 42enne. Anche il collega subì ferite profonde, cavandosel­a. Ferrari ha potuto beneficiar­e dello sconto di un terzo della pena avendo scelto il rito abbreviato, ma dovrà risarcire il 70% dei danni morali e materiali cagionati alle parti civili e dovrà versare una provvision­ale che si aggira sui 100mila euro, e farsi carico delle spese processual­i, anche di quelle sostenute dalle parti civili.

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